A cura di Gordiano Lupi
Luciano Emmer (1918 – 2009) è un regista storico del cinema italiano. Attivo sin dal 1938 come documentarista culturale, soprattutto legato a soggetti artistici. Il suo primo lungometraggio è Domenica d’agosto (1950), grande film corale che segna il debutto al cinema della commedia balneare, antecedente della commedia erotica, perché la spiaggia serve a mostrare attrici in bikini e situazioni comiche legate alle vacanze. La pellicola sembra girata da un regista di grande mestiere per l’acutezza nel descrivere una serie di tipi italiani prelevati dalla realtà, veri e propri bozzetti, spaccati di vita di un’Italia in piena ricostruzione.
Domenica d’agosto è il primo film a episodi a struttura intrecciata del cinema italiano, ambientato tra la spiaggia di Ostia e la città deserta. Luciano Emmer si ricorda per una serie di titoli legati al neorealismo rosa e al disimpegno, ma sempre capaci di raccontare il quotidiano. Citiamo tra le sue opere: Parigi è sempre Parigi (1951), Le ragazze di Piazza di Spagna (1952), Terza liceo (1954), La ragazza in vetrina (1960). Il suo stile è lineare, ma ama le complicazioni narrative e la struttura a episodi che si intersecano tra loro fino alla soluzione finale. Carlo ed Enrico Vanzina non fanno mistero di essersi ispirati al cinema di Luciano Emmer per la fortunata saga Sapore di Mare e per Vacanze di Natale. Luciano Emmer è un regista sottovalutato dalla critica alta, perché viene confinato nel ghetto del neorealismo rosa, ma in realtà usa le storie di tutti i giorni per raccontare l’Italia del suo tempo. Luciano Emmer abbandona il cinema dopo La ragazza in vetrina (1960), un melodramma a tema immigrazione, per dedicarsi alla pubblicità, soprattutto al programma Carosello (1957 – 1976), legando il suo nome a molte scenette comiche di grande successo popolare. Le sue ultime opere sono film per la televisione, documentari artistici e infine torna alla fiction con Basta! Adesso tocca a noi (1991) – un sequel ideale del vecchio Terza liceo – , Una lunga, lunga, lunga notte d’amore (2001) e L’acqua… il fuoco (2003).
Domenica d’agosto (1950) può definirsi neorealismo rosa ma è ben lontano dal disimpegno, perché racconta situazioni di vita quotidiana della povera gente, il mondo dei ricchi, l’Italia delle borgate, le difficoltà del dopoguerra, con garbata ironia e ricorrendo a tipologie umane ben caratterizzate.
Lo scenario alterna il lido di Ostia alle vie della capitale, in una domenica qualsiasi del mese di agosto, quando persone di ogni estrazione sociale si recano in spiaggia con ogni mezzo. Vediamo il ragazzino che va al mare portando il fratellino sulla canna della bicicletta, la ragazza innamorata del finto ricco che si fa accompagnare in auto, i nobili con le cabine e il pranzo al ristorante, i poveri che ammassano oggetti e vettovaglie sopra una Topolino scassata. C’è anche chi resta in città perché deve lavorare o non può permettersi di andare fino a Ostia, tra questi il vigile Mastroianni innamorato di una serva in odore di licenziamento, i bambini che fanno il bagno in una fontana e alcuni scalcinati rapinatori che hanno organizzato un furto al mattatoio. Nel breve volgere di una giornata si compiono i destini di tutti i protagonisti: i rapinatori vengono arrestati, la serva è licenziata e attende che il suo vigile finisca il turno di lavoro, un ragazzo e una ragazza si fingono figli di borghesi ma alla fine si scoprono vicini di casa, la ragazza innamorata si accorge che il finto fidanzato è un mantenuto e voleva solo sfruttarla, una ricca signora vede andare a fuoco il suo appartamento, un padre si rende conto che l’amore per la figlia è più importante di una relazione erotica. Nel film c’è molto di più che un rapido alternarsi di storie montate con sapienza narrativa. Luciano Emmer stigmatizza il sogno dei poveri di evadere dalla miseria, la vergogna di confessare un’estrazione sociale modesta, la grettezza dei ricchi e la stupidità dei nobili. Il regista ironizza ferocemente sul mito della ricchezza e idealizza la vitalità della povera gente, capace di inventare il quotidiano.
Domenica d’agosto è il primo film balneare ma non si limita a una sterile esibizione di bikini condite di comica superficialità come accadrà in molte pellicole degli anni Sessanta e nelle successive imitazioni targate Vanzina. Domenica d’agosto è neorealismo puro, anche se stemperato dall’ironia, dalla commedia, dai toni sfumati e da una narrazione intensa e partecipe. Il taglio umoristico e sentimentale, ma mai sdolcinato, contribuisce ad assorbire l’esperienza neorealistica e a trasferirla nella nuova commedia di costume. Un film che ha il grande pregio di raccontarci come eravamo e che ancora oggi si fa guardare con partecipazione. Marcello Mastroianni è doppiato da Alberto Sordi, ma era alle prime armi.
Per vedere qualche sequenza: http://www.youtube.com/watch?v=WceI-7EmUnM
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
www.gordianol.blogspot.com
http://cinetecadicaino.blogspot.com/
Regia: Luciano Emmer.
Soggetto: Sergio Amidei.
Sceneggiatura: Franco Brusati, Giulio Macchi, Luciano Emmer e Cesare Zavattini.
Produttore: Sergio Amidei.
Interpreti: Anna Baldini, Vera Carmi, Emilio Cigoli, Andrea Compagnoni, Anna Di Leo, Franco Interlenghi, Salvo Libassi, Elvy Lissiak, Pina Malgarini, Marcello Mastroianni, Ave Ninchi, Mario Vitale, Massimo Serato, Anna Medici, Corrado Verga, Nora Sangro, Fernando Vitali e Jone Morino.