Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa
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Capitolo sesto
Sulla questione del «disegno»
Tutto il mio essere morale e intellettuale è compenetrato dall’indomita convinzione che tutto ciò che appartiene al dominio dei nostri sensi deve esistere in natura e, seppure di carattere eccezionale, non può differire nella sua essenza da tutti gli altri effetti del mondo visibile e tangibile di cui noi siamo parte consapevole. Il mondo dei vivi, quale noi lo conosciamo, contiene meraviglie e misteri a sufficienza – meraviglie e misteri che agiscono sulle nostre emozioni e sulla nostra intelligenza per vie tanto inesplicabili da giustificare quasi la concezione che la vita sia uno stato di incantamento. No, troppo ferma in me è la consapevolezza del meraviglioso perché io mi lasci in alcun modo affascinare dal mero soprannaturale, che (da qualsiasi parte lo consideriate) è soltanto un oggetto fabbricato ad arte, il prodotto artificioso di menti che non sanno cogliere l’intima, delicata qualità dei nostri legami con i morti e con i vivi, nella loro infinita varietà; è la profanazione delle nostre memorie più care; è un insulto alla nostra dignità.
JOSEPH CONRAD, La linea d’ombra, Prefazione dell’autore
C’è un paradosso fondamentale nel cuore della religione. I tre grandi monoteismi insegnano agli uomini a considerarsi spregevoli, quali miserabili e colpevoli peccatori prostrati davanti a un dio irato e geloso, il quale, secondo racconti discrepanti, li avrebbe creati o dalla polvere e dal fango o da un grumo di sangue. Le varie posizioni della preghiera di solito imitano quella del servo impetrante di fronte a un monarca irritabile. Il messaggio è quello di sottomissione, gratitudine e timore perenni. La vita è di per sé una povera cosa: un intervallo in cui prepararsi per l’aldilà o per la venuta – o seconda venuta – del messia.
D’altro canto, quasi a mo’ di compensazione, la religione insegna agli individui a essere estremamente egocentrici e presuntuosi. Li assicura che dio si prende cura di loro singolarmente e proclama che l’universo è stato creato con essi, specificamente, in mente. Questo spiega l’espressione altezzosa sui volti di chi pratica la religione in maniera ostentata: vi prego di scusare la mia modestia e la mia umiltà, ma si dà il caso che io sia impegnato in una commissione per conto di dio.
Titolo: Dio non è grande. Come la religione avvelena ogni cosa
Autore: Christopher Hitchens
Prezzo copertina: € 15.50
Editore: Einaudi
Collana: Einaudi. Stile libero. Inside
Edizione: 1
Traduttore: Marchetti M.
Data di Pubblicazione: giugno 2007
EAN: 9788806183370
ISBN: 8806183370
Pagine: 271