Citazioni tratte da: Via dall’Africa. Confessioni di un fotoreporter
Ogni fotografia è una storia, un’anima, una voce.
Lascio la mia vita, da un momento all’altro. Lo faccio perché dietro una fotografia, che può valere oro, c’è una storia che non posso tacere.
Nella vita, di fronte a un problema, a una difficoltà, puoi sempre decidere di non affrontarlo e di fuggire, di girarti indietro e scappare. Sul ring no, una volta che ci sei salito, non puoi più scendere, fino alla fine, qualunque cosa accada, o almeno fino a quando qualcuno non getti la spugna per te.
Una volta salito sul ring sei solo, non c’è più nessuno accanto a te che ti possa dare una mano. Al massimo, come succede nella vita di tutti i giorni, c’è qualcuno che da fuori urla dandoti consigli, chissà poi quanto sensati. Ma tu sei solo, come il tuo avversario. In quei minuti di combattimento devi essere in grado di difenderti e di attaccare, devi essere in grado di soffrire a causa dei colpi ricevuti e di saper aspettare, con pazienza, il tuo turno, quando potrai contrattaccare. Devi essere concentrato, non puoi permetterti distrazioni: una soltanto, e potrebbe essere quella fatale. Credo che il pugilato sia la metafora della vita. Il ring è tutto ciò che ci circonda, la società nella quale viviamo, con le sue regole e restrizioni, con tutti i suoi pro e i contro. E gli avversari non sono altro che tutti quei problemi e imprevisti che giorno dopo giorno dobbiamo affrontare per stare a galla, che dobbiamo cercare di superare per poter procedere nel nostro cammino. La vita è questa e il pugilato ne è la fotografia. Puoi decidere, di fronte al tuo avversario di turno, di arrenderti, di smettere di combattere e di scendere dal ring, tornartene nello spogliatoio, oppure puoi scegliere di combattere e vedere come andrà a finire. Il pugilato mi appunto insegnato questo:? Ad affrontare i problemi senza scappare, di provare a mettere loro al tappeto, con un bel gancio messa segno dalla mia ostinazione, oppure un montante arrivato a destinazione dopo essere stato paziente, o anche un bel dritto che spacchi il naso a quel problema e lo mandi al tappeto. O magari no, sarà tutto il contrario, per quanto tu abbia provato, resistito o combattuto, il tuo avversario l’avrà vinta, sarà lui a uscirne vittorioso e non potrai fare altro che leccarti le ferite; a testa alta però, concio del fatto che tu quel ring l’hai mai abbandonato.
Questo è il motivo per il quale ho iniziato a fotografare, fotografo e fotograferò: per essere gli occhi delle persone che non sono così fortunate da poter viaggiare e conoscere il mondo; Per far sì che capiscano che c’è dell’altro, oltre il cancello di casa propria, oltre al barbecue della domenica; Per far sì che le nostre coscienze, così intorpidite, Si risveglino e portino ad azioni come quelle del pugile scozzese. Non ho mai guardato tanto all’ estetica della fotografia, quanto alla sua efficacia – anche se a volte coincidono – e al documentare senza tanti fronzoli la realtà incontrata.
Quanto per quanto appena affermato, non soffro del cosiddetto < mal d’Africa>, non l’ho mai avuto e mai lo avrò. È una terra meravigliosa, certo, una terra che ti toglie il fiato e che ti fa sgranare gli occhi davanti alle sue bellezze. Ma al tempo stesso, è una terra crudele che te li fa chiudere per le sue emozioni disuguaglianze e contraddizioni.
Titolo: Via dall’Africa. Confessioni di un Fotoreporter
Autore: Damiano Rossi
Prezzo copertina: € 13.00
Editore: MnM Print
Data di Pubblicazione: novembre 2020
EAN: 9788894521061
ISBN: 8894521060
Pagine: 138