Recensioni Musicali: Con un bel nome d’avventura


A cura di Laura Tussi

Renato Franchi & Orchestrina Suonatore Jones
Social Vocal Band “Voci del Partigiano”
Con un bel nome d’avventura
CD Album, L’ATLANTIDE, 2018

Basterebbe la bella versione del canto tradizionale degli alpini intitolato Ta Pum per fare di questo nuovo CD di Renato Franchi un piccolo capolavoro.
Sì, basterebbe, e ne parleremo più avanti. Ma non è solo questo canto.
In realtà sono tutte le undici tracce del CD-singolarmente e nel loro insieme – a fare del concept album Con un bel nome d’avventura un prodotto musicale di grandissimo valore.
Sono canzoni, ballate, canti tradizionali reinterpretati che raccontano in musica storie di battaglie piccole e grandi della vita (talvolta vinte, talvolta perdute) e lo fanno con sonorità, ritmi, voci e cori che appassionano, incantano, catturano.
Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones questa volta si avvalgono della partecipazione di una social vocal band “Le Voci del Partigiano” formato da voci maschili e femminili. Sono voci mature e anziane di donne e uomini, alcuni dei quali sono stati partigiani nella loro giovinezza. E’ stata una scelta non usuale e vincente, questa, perché quelle voci aggiungono alle voci consuete dei solisti del gruppo (quelle di Renato, di Viky, di Marta…) alcune tonalità insolite, che in certi punti si fanno pacate e addolorate, in altri punti diventano alte, quasi disperate, nella precisa volontà di farsi ascoltare e di esserci nelle cose, in quelle del passato così come in quelle del presente. Un esempio è la canzone Nina, che inizia con la Signora Gemma una delle donne del coro che legge (frasi del brano come fossero pagine di un diario…) e che riporta le sensazioni e le paure di una notte di bombardamenti vissuta a Roma durante la guerra; un altro esempio è Marenostro dove le tante voci del coro –quasi in una preghiera collettiva e disperata- chiedono al Mare Mediterraneo di non far affondare una piccola barca piena di profughi che stanno cercando di arrivare alla costa, per vivere una vita nuova, più sicura e più ricca di speranza e possibilità.
Renato Franchi e i musicisti dell’ Orchestrina hanno fatto un lavoro paziente e grandioso facendo appassionare all’attività del coro un gruppo di persone della sezione ANPI di Rescaldina, alcune delle quali conservano ben viva la memoria di avvenimenti drammatici vissuti molti decenni fa per cercare di garantire a tutti una libertà che sembrava impossibile da riavere.
E così nella bellissima ballata I passi del mattino le strofe del testo prendono avvio da una data precisa: il 10 agosto del ‘44 quando quindici giovani partigiani furono fucilati dai fascisti a Milano. E’ un avvenimento, quello, che si è fissato inevitabilmente nella memoria di chi c’era (ed è ancora vivo) o di chi ne ha ascoltato i racconti, ma che è rimasto nella storia di tutti e per questo non deve essere dimenticato e vale la pena essere raccontato ancora. Non a caso il testo della ballata prosegue fra ricordo mitologico e cruda cronaca, fra passato e presente rammentando i nomi e i cognomi e perfino le professioni dei quindici ragazzi protagonisti disperati di quella mattinata di sangue.
Dicevamo all’inizio di Ta Pum: anche qui naturalmente è presente la Social Vocal Band dei partigiani e delle partigiane, ma insolitamente (dato che si tratta proprio di un canto adatto ai cori) resta come sullo sfondo, non è protagonista, come accade invece in altre tracce del CD. Ta Pum è una delle canzoni più note della Grande guerra, nata nelle trincee italiane, con un ritornello ispirato al rumore degli spari della fucileria austroungarica (“Ta” è il rumore della pallotta e “Pum”rimanda al suono dello sparo del fucile). Non credo di avere esagerato scrivendo all’inizio che i musicisti dell’Orchestrina hanno fatto di questo canto tradizionale un piccolo capolavoro che da solo vale tutto il CD.
Le percussioni iniziali di Gianfranco D’Adda segnano il tempo in maniera inequivocabile, all’inizio più ravvicinate, poi sempre più lente fin quasi a sparire. In questa scansione solenne operata dal tamburo gran cassa, che è quasi una cornice o un’introduzione che non ha bisogno di parole, entra la chitarra che avvia il racconto; ed ecco poi la voce che inizia le parole del canto.
L’Orchestrina ha inventato per Ta Pum una serie di tonalità emotive addolcite (se la paragoniamo alle versioni tradizionali dei cori alpini) ma proprio questo elemento nuovo fa sì che il canto sia reso attuale e contemporaneo. Gli arrangiamenti ritmici e strumentali e le scelte artistiche e musicali fanno sì che questa versione di Ta Pum (senza snaturare la sua origine) diventi anche un canto dell’oggi, un canto di chi parte per migrare senza sapere se arriverà mai, un canto di chi deve partire per trovare lavoro in un altro paese o in una terra lontana, un canto di chi lascia la propria casa per i motivi più diversi, sapendo (o solo intuendo) che non tornerà più.
La voce del cantante solista (in questo caso è di Renato) è voce di raccomandazione, è voce d’implorazione, è richiesta paterna o materna. Per questo è voce senza tempo. E in questa musicalità canora e sonora, l’invenzione più originale è l’introduzione della chitarra classica e poi del pianoforte di Gianni Colombo che accompagna le parole e il canto e poi si sviluppa, cresce e si muove in completa autonomia. La voce racconta una storia di abbandono come ce ne sono tante ogni giorno nella vita di tanti esseri umani; gli accordi del basso sottolineano questa tristezza e il pianoforte non lascia mai la voce: come compagno fidato, è solidale con lei; la segue e la sostiene.
Anche Ta Pum, proposta in versione nuova, così come tutto il CD trasmettono molti valori che sono senza tempo: la difesa della libertà, la solidarietà, il diritto di decidere che appartiene a tutti gli esseri umani, la difesa dell’ambiente. Sono valori trasmessi con la musica e con le parole, anche in canzoni allegre e bellissime.
Desidero ricordare almeno, fra tutte, Al Mercato di Porta Palazzo dove, in un ritmo di tamburelli e chitarre quasi di festa campestre, si racconta una vicenda capitata alla gente semplice di un mercato, che decide di aiutare una ragazza (tutti d’accordo) e di non denunciare un avvenimento accaduto, prendendosi tutti insieme la responsabilità.
Un CD dunque ricchissimo di spunti, tutto da ascoltare nelle sue storie e nella sua ritmica.
Canzoni tutte importanti da cantare in coro, da ballare nelle feste di paese, nelle scuole o nelle associazioni dove si lavora per l’educazione, la solidarietà e il benessere dei minori e degli adulti.

Recensione di Mariangela Giusti – Docente Università Bicocca – Milano

Album Cd Anno 2018 – Etichetta L’Atlantide

“Voci del Partigiano”

Aurora Lo Prete, Ezia Moroni, Marta Roversi, Gemma Girolami, Alberto Roversi, Marta Franchi, Cristina Dall’Orto, Renata Pasquetto,Walter Porcelli, Cristian Visentin, Flavio Corasaniti, Enrico Frascoli, Alessandro Tinti, Pietro Castelli, Vanni Balboni

“Renato Franchi & Orchestrina Suonatore Jones”

Renato Franchi – Voce & Chitarre – Marta Franchi – Tinwhistle, Flauti & Cori
Viky Ferrara – Batteria & Cori – Roberto D’Amico – Basso Elettrico
Gianni Colombo – Organo Hammond, Pianoforte, Keyboards
Gianfranco D’Adda – Percussioni, Colori e Ritmi – Enrico Ronzoni – Chitarre Elettriche

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