Çlirim Muça – L’apatia di Satana


apatiaA cura di Alberto Figliolia

E se Satana fosse apatico più che dinamico, un atipico dio del male preso più dall’atarassia e dalla malinconia più che dall’attivo desiderio di seminare discordia e zizzania fra il pur ricettivo genere umano?
Un assaggio di quel che propone il nuovo libro (e primo romanzo) di Çlirim Muça si ha già nella copertina e nella quarta di copertina: murales metropolitani alla Hieronymus Bosch: pluriocchi e dannati, smorfie, nave dei folli, pelli mostruose, un gigantesco scheletro. L’apatia di Satana è un magnifico Hellzapoppin‘, una sequela di situazioni grottesche e, nel contempo, terribilmente serie: comico e altamente drammatico.
E che cos’è l’Inferno? Forse uno stato di coscienza? O hic et nunc le malefatte di certa organizzazione sociale, come, per esempio, il potere oscuro della finanza che tutto avvolge e travolge?
“… Satana sparisce. Il mondo si riempie allora di diavoli e di streghe alla ricerca di Sua Totalità. Dalle fognature dell’universo, dagli angoli più reconditi delle grandi banche d’affari, vengono fuori dei loschi figuri come Legione e la sua amante strega per dare inizio alla ricerca del loro padrone. E lo fanno portando a compimento un suo stesso disegno: la creazione del più grande fondo d’investimenti del globo terrestre, capace di prosciugare i risparmi di tutto il pianeta”. Fra elucubrazioni metafisiche o pseudotali (caricaturali), fra analisi sociopolitiche disparate e disperate, fra scatologia ed escatologia, fra corruzione e consunzione, fra sesso soldi sangue (e anche strane aspirazioni alla santità!), si dipana una vicenda tremendamente concreta e astrusamente surreale. Il peggio dell’Homo sapiens emerge: e la salvezza? E Dio, il creatore degli infiniti mondi, in quale sonno o sogno giace?
Scrive nella prefazione Ana Vicent: “La ribellione del Re degli Inferi non lo porterà da nessuna parte. Il nichilismo e l’apatia pervadono tutto, nascosti dietro l’ironia e la sottile innocenza del racconto. Satana, l’angelo prediletto diventato figlio rinnegato, cerca un segno da parte del Padre: una crisi esistenziale che nemmeno Freud con la sua spietata diagnosi riuscirà a sanare.
“Gioca con le parole Muça, gioca con la filosofia, gioca con i classici della letteratura, ma è serio nella sua cinica analisi della società contemporanea, nel ritratto senza speranza che fa dell’uomo di oggi”.
Dunque, oltre a ogni forma di manicheismo o manierismo formale, la responsabilità finale viene ricondotta all’uomo, al suo groviglio, all’impasto di fango e luce che egli è (anche se par prevalere la mota), allo splatter esistenziale, il vero nucleo del quotidiano, di ogni quotidiano in qualsivoglia luogo esteriore od altrove interiore.
Vagando e divagando fra tempo bloccato, un volo cosmico, l’ultimo esperimento della Creazione, l’ennesimo tonfo di un’Apocalisse annunciata, fra una lacrima spietatamente trattenuta e un riso incontenibile, compulsivo, devastante come L’apatia di Satana… come si concluderà?

Alberto Figliolia

Çlirim Muça – L’apatia di Satana, Albalibri (2014, pp. 112, euro 12)

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