Breve Storia del cinema italiano – 2


A cura di Gordiano Lupi

Il trasformismo di Leopoldo Fregoli
Il cinema nasce come arte muta, nelle sale l’unico commento sonoro è dato da un pianista che insegue a fatica le immagini che scorrono sul grande schermo. Le didascalie aiutano a capire, ma di solito non sono essenziali perché la forza delle immagini sa essere evocativa ed è la cosa più importante. Leopoldo Fregoli, noto come grande trasformista teatrale, diventa amico dei fratelli Lumière, studia il modo per proiettare le sue pellicole al termine degli spettacoli e cerca di risolvere il problema del sonoro al cinema. Fregoli è uomo di grande inventiva e non si ferma di fronte agli ostacoli, inventa una macchina da presa originale che chiama Fregoligraph e con quella gira una serie di piccoli film.

Vengono fuori le macchiette su pellicola come Fregoli al ristorante, Una burla di Fregoli, Il segreto di Fregoli, Un viaggio di Fregoli, Il sogno di Fregoli e Fregoli dietro le quinte. Fregoli è il primo regista italiano che si concede il lusso di proiettare un film al contrario, sbalordendo il pubblico che non comprende la novità, ma si lascia travolgere dall’ilarità. I brevi filmati di Fregoli non sono altro che la riproduzione su pellicola dei personaggi che popolano le sue farse, le commedie satiriche e musicali, ma secondo l’autore senza il commento sonoro manca qualcosa di importante.

Fregoli inventa un rudimentale doppiaggio, si mette dietro le quinte, accanto allo schermo, pronuncia le battute e canta i motivetti in perfetta sincronia. Niente a che vedere con il sonoro su disco e al sistema Vitaphone che troveremo ne Il cantante di jazz (1927) di Alan Crosland, primo film sonoro della storia del cinema, ma nei primi anni del secolo la trovata di Fregoli fa scalpore.
Leopoldo Fregoli è importantissimo nel cinema italiano soprattutto per il trasformismo teatrale che lo fa diventare un cinema vivente. L’attore è il primo a introdurre nelle sue opere ritmo, dinamismo, nuove trovate sceniche e cambiamenti istantanei che incalzano e sorprendono lo spettatore. Il cinema farsesco di Fregoli è il primo esempio di pellicola comica e anticipa i futuri sviluppi della commedia all’italiana. Accanto al popolare trasformista proliferano durante il primo quarto di secolo molti comici del muto.

Polidor

Ricordiamo Polidor (Fernand Guillaume), importante per la serie di Tontolini, ma anche Cretinetti (André Deed) interprete di film come Cretinetti e le donne, Robinet (Marcel Fabre) impegnato nel futurista Amor pedestre (1916) e Saturnino Farandola, Cocciutelli Fricot, Tartarin, Pick Nick e Rirì Beoncelli. Polidor è il più prolifico e il più longevo perché porta la sua maschera di clown allucinato anche in pellicole del sonoro dirette da Federico Fellini. Ricordiamo il suo Pinocchio (1910) diretto da Giulio Antamoro e le brevi comiche Polidor dentista, Polidor fa le iniezioni e Il cilindro di Polidor.

 

 

Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
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