Bingo Bongo 3


A cura di Gordiano Lupi

Bingo Bongo (1982) è uno dei più originali Celentano movie di tutti i tempi, dove l’attore si confronta con la sua leggendaria similitudine con uno scimmione. Interpreti: Adriano Celentano, Carole Bouquet, Felice Andreasi, Enzo Robutti, Walter D’Amore, Roberto Marelli e Sal Borgese. Bingo Bongo (Celentano) è un uomo – scimmia catturato da un gruppo di scienziati che viene portato a Milano per essere studiato, ma la sola a capirlo è l’antropologa Laura (Carole Bouquet), che a un certo punto si licenzia perché non condivide i metodi dei colleghi. Bingo Bongo non resiste alla gabbia, fugge per le strade della città, va a vivere su un albero e si mette a parlare con gli animali cercando di difendere i loro diritti. Il tema dell’animale che deve essere lasciato libero di vivere nel suo ambiente si unisce a quello de la bella e la bestia, perché a un certo punto l’affascinante Laura s’innamora dello scimmione. Celentano compie il suo discorso ecologista fino in fondo e Bingo Bongo diventa campione della convivenza tra umani e animali, perché “il mondo non può più andare avanti così, a cacchio di uomo”. La sceneggiatura è di Franco Ferrini, Enrico Oldoini, Franco Marotta e Laura Toscano, ma la pellicola è una favola d’amore con protagonista un buon selvaggio, costruita su misura per un Celentano santone che dispensa pillole di ecologia. La storia ha il fiato corto, ma la canzone Uh… Uh…, un successo dimenticato di Adriano Celentano che fa parte della colonna sonora, resta un mito del trash: “State attenti cari amici/ che le bestie siamo noi”. La sceneggiatura è modesta e la fiacca parte centrale ci fa ascoltare per intero non solo la citata Uh…Uh…, ma anche Giungla di città, con relativi balletti messi in scena da Celentano e da gruppi di figuranti presso la discoteca Kiwi di Milano. Carole Bouquet salva il film da un punto di vista erotico regalando rapide sequenze di nudo e alcuni palpeggiamenti con Adriano Celentano. Citiamo anche una sexy vestaglia da notte trasparente, alcune sequenze durante veri o finti temporali che spingono Bingo Bongo a dormire con lei, una parte in costume da bagno e un’altra che la vede insaponarsi in una vasca. Molta comicità da cartone animato nelle prime sequenze – che sono le migliori – quando gli scienziati tentano di civilizzare Bingo Bongo. Alcune sequenze sono surreali (lo specchio che risponde), altre vengono riprese dal cinema muto e citano Chaplin (il sistema d’irrigazione che impedisce di bere a Celentano), in ogni caso il molleggiato è molto bravo interpretando un ruolo non facile. Il film rientra nel periodo ecologico di Celentano che compie un discorso deciso contro caccia, zoo, acquari, gabbie, allevamenti intensivi, inquinamento, vivisezione e violenza contro gli animali. Il film si chiude con una citazione a King Kong – domato da Bingo Bongo – che va a vivere con Laura, Bingo Bongo e la scimmietta Renato.

Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
www.gordianol.blogspot.com
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3 commenti su “Bingo Bongo

  • luca bertelli

    ero molto giovane quando il film uscì nelle sale cinematografiche ho un bellissimo ricordo di quel film,originale,ottima musica ,buona idea e grande interpretazione di CELENTANO e mai volgare come nello stile CELENTANESCO, PURTROPPO i suoi detrattori invece spesso sono offensivi e maleducati non all’altezza di questo grande artista mondiale

  • Domenico

    La recensione di questo film mi ha fatto ricordare la mia terza infanzia, all’eta di 10 anni andai a vederlo ben quattro giorni consecutivi con amici in quel di Piombino al cinema Metropolitan. Rivedendolo dopo molti anni, non ho capito come possa essere accaduta una cosa del genere (proprio vero che da ragazzini é tutta un’altra storia…!) e come possa questo film aver fatto sold out in stile eightees per non so per quanto tempo. Si procede purtroppo nella pochezza, penso alla scena in cui Celentano sposta la statua/monumento per recuperare, mi pare, una lattina. Un Tarzan demenziale con aggiunta di argomenti già triti sull’inquinamento e varie in stile “Club di Roma” rivisitati diversi anni dopo e l’uomo scimmia che durante il film cambia (non si sa come) aspetto. L’unica luce rimane la bellissima antropologa interpretata dalla Bouquet al tempo ventiquattrenne già impressionante precedentemente in For Your Eyes Only del 1981 nel ruolo di Melina Havelock.