Anemos. I venti del Mediterraneo
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di ulivi e mimose. Uomini e alberi battuti dal vento, in paesi snaturati, luoghi perduti, come la vita di residenti stanchi e viandanti sbandati. Ritornando a bordo, il vento è anche un costante punto di riferimento, che spesso vale di più dei primordiali riferimenti terragni: destra e sinistra. In barca prima di orientarsi con dritta e manca o babordo e tribordo, è preferibile avere ben chiaro i significati di sopravento e sottovento. La linea di mezzanave divide lo spazio in due parti, quello più vicino al punto da cui proviene il vento si chiama sopravento, quello più lon-tano sottovento. Andando a vela, quando si è al timo¬ne, una delle prime regole è quella di tenere la barca possibilmente sopravento, che siano porti o isole da raggiungere, capi o promontori da doppiare. Tenen¬dosi sopravento si eviteranno spiacevoli inconvenienti e faticose risalite controvento. Quando il vento gira da Ostro, se la prua è orienta¬ta a sud, le vele rifiutano e per chi vuole ostinatamente proseguire non rimane che il faticoso bordeggio. Un andare quasi controvento con le vele cazzate a ferro e le onde di prua che fanno sentire allo scafo e ai marinai tutta la loro durezza. I più saggi attenderanno invece venti favorevoli, capaci di gonfiare le vele e portare la nave velocemente al porto d’arrivo. Di poppa il vento apparente, cioè quello che investe le nostre vele e i nostri sensi, diminuisce. Le onde si fanno più morbide, anche se richiedono altrettanta attenzione. Negli anni, l’esperienza insegna che con il vento in poppa le distanze s’accorciano e le difficoltà si stemperano. 69 |
Titolo: Anemos. I venti del Mediterraneo
Autore: Fabio Fiori
Editore: Ugo Mursia Editore
Data di Pubblicazione: Giugno 2012
Prezzo: € 9.00
ISBN: 8842549223
ISBN-13: 9788842549222
Pagine: 108
Reparto: Politica e società > Società e cultura > Folklore, proverbi, miti e leggende