Andrea Barghi e Maurizio Grasso – Plettri nelle mani di Dio


A cura di Renzo Montagnoli

Musica e mito
Sul quartetto di Liverpool sono stati scritti libri a profusione, così che non farebbe notizia questo  Plettri nelle mani di Dio se non fosse strutturato in modo particolare, con tanti capitoletti che si possono leggere senza un ordine logico, articoli anche di critica e curiosità, spesso ignote ai più.
Resta il fatto che scrivere di questo complesso, che è senz’altro quello di maggior successo di sempre, non è in ogni caso mai troppo, visto il rilievo che hanno avuto in campo artistico, di fatto influenzando profondamente il mondo della musica leggera nella seconda metà del secolo scorso.
Con il trascorrere del tempo, poi, il mito anziché calare, aumenta vistosamente, complici anche eventi successivi allo scioglimento del quartetto, come l’omicidio di John Lennon o la morte, per malattia, di George Harrison.
Perfezionisti fino all’incredibile, i Beatles inaugurarono un nuovo genere, a base ritmico-melodica,  di elevatissima qualità, con canzoni che sono entrate nella storia come Yesterday e Penny Lane. Anche sotto il profilo delle esecuzioni, accanto a un batterista e percussionista come Ringo Star, c’erano le magiche chitarre soliste di John Lennon, George Harrison e Paul McCartney, e non a caso il titolo di questo libro è azzeccato (Plettri nelle mani di Dio, dove il plettro, per chi non lo sapesse, è quel piccolo triangolo di plastica con cui si pizzicano le corde di quegli strumenti).
Barghi e Grasso, pur restando nel filone mitico dei Beatles, forniscono notizie che possono andare oltre la semplice curiosità, indubbiamente interessanti per un patito di questo complesso e in ogni caso eloquentemente significative per quelli (non molti in verità) ne ignorano addirittura l’esistenza.
Si passa così dal primissimo periodo di gavetta, analizzando la trasformazione della loro impronta musicale grazie soprattutto a Lennon, al fortunato incontro con George Martin, che oltre a divenire il produttore di tutti i loro album, grazie alla sua formazione classica, riuscì a tradurre le tantissime idee del quartetto nei famosi arrangiamenti e li supportò, coordinandoli, nella particolare tecnica del suono.
Addirittura ci sono alcune pagine dedicate al famoso basso di Paul McCartney, suonato in modo divino, quasi da farlo diventare voce e strumento.
Insomma, Plettri nelle mani di Dio, è un libro da leggere, magari con il sottofondo musicale dei brani che vengono citati, un’occasione in più per riascoltare o ascoltare per la prima volta musiche veramente immortali.

Andrea Barghi è nato in Toscana nel 1953 ed è un fotografo naturalista affermato in Italia e all’estero.
Ha collaborato con famose riviste di cultura e fotografia (“Airone”, “Oasis”, “I Viaggi di Repubblica”, “Fotografia Reflex”, ecc.) e curato numerosi libri fotografici e pubblicazioni multimediali
(come Io Fotografo e Video per E-ducation ed RCS).
Da una decina di anni ha fondato l’agenzia di progetti creativi “Everland” insieme alla compagna, art-director e copy-writer, con la quale ha realizzato reportages, mostre e numerose pubblicazioni – per citarne alcune Andrea Barghi – Fotografo di Emozioni (Everland, 2005), Luci e Silenzi (Everland, 2006), Il Rinascimento del Paesaggio (Pacini, 2009).
È attualmente impegnato in progetti di comunicazione in collaborazione con soggetti pubblici e privati per la valorizzazione del patrimonio internazionale di natura, arte e cultura.
Vive tra la Toscana e la Svezia.

Titolo: Plettri nelle mani di Dio. The Beatles
Autori: Andrea Barghi, Maurizio Grasso
Prezzo: € 12.00
Curato da: Inglese I.
Editore: Tabula Fati
Collana: Maschera e volto
Data di Pubblicazione: 2010
ISBN: 8874752008
ISBN-13: 9788874752003
Pagine: 168
Reparto: Musica > Stili e generi > Rock e pop

Maurizio Grasso è nato a Roma nel 1956 ed è un ex manager aziendale. In campo letterario, dopo un paio di prove narrative giovanili (L’uomo che piange lacrime d’ambra, Edicias, Roma 1985; La bestia, Solfanelli, Chieti 1992), nel 2009 ha pubblicato la raccolta di racconti Luci di costiera (Aracne, Roma). A partire dagli anni Novanta ha iniziato un’intensa attività di traduzione dal francese per conto di varie case editrici (Newton Compton, Mondadori, Editori Riuniti, Lucarini ecc.), curando una quarantina di volumi, soprattutto classici della letteratura francese: Flaubert, Stendhal, Maupassant, Proust, Gautier, Hugo, Mérimée, Sade, Voltaire, Verne, Zola e altri. Ha collaborato con racconti, versioni e articoli alle riviste “Foreste sommerse”, “Idea”, “Inonija”, “Nuovo Confronto” e “Lettera internazionale”.

Renzo Montagnoli Sito

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