Amore: eterno nemico dal cuore sordo e dal passo fuggente


amare-se-stessiEssere amati profondamente da qualcuno ci rende forti; amare profondamente da qualcuno ci rende coraggiosi“.(L.Tze)
L’amore è per antonomasia uno dei temi più acclamati,rivisitat,comune a tutte le epoche,dal primo vagito dell’uomo all’ultimo respiro dell’esistenza. E’ l’ago della bilancia. Il tutto o il niente. Catullo già nel I secolo a.C scriveva uno dei versi più celebri in merito all’amore.”Odi et amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non so ,ma sento che questo mi accade: è la mia croce “. L’amore ha tenuto le redini di autori come Dante, l’amor platonico-cortese per la donna “tanto gentile e tanto onesta pare“. L’amore si è infiltrato riuscendo a farsi spazio tra le mille insoddisfazioni di Madame Bovary e nella Russia zarista di fine Ottocento di Anna Karenina. L’amore ha da sempre mosso le pedine, facendole cadere come a domino dal tavolo da gioco e l’uomo da sempre e per sempre si chinerà ad alzarle una ad una. Negli “Amanti” di Magritte vengono mostrati un uomo e una donna dal volto coperto da un panno bianco che si baciano; i due personaggi si scambiano un amore muto che conosce solo il linguaggio del corpo; emerge una stessa impossibilità e desiderio di riconciliazione che possiamo ritrovare nella scultura “Amore” realizzata da Alexand Milov artista ucraino, dove viene rappresentato il conflitto tra un uomo e una donna e in ultima analisi, l’espressione interiore della natura umana, la scultura di due adulti che si danno le spalle ma il bambino interiore di ognuno vuole solo avvicinarsi e amare. L’uomo ha da sempre cercato l’amore arrivando talvolta all’annientamento totale. Dall’amore illusorio, fatto di sogni, utopie di Madame Bovary, all’amore che divora l’ultimo respiro di esistenza di Anna Karenina, due donne con due destini analoghi e due mariti che non hanno saputo rispondere alla domanda di Amore, un amore eclissato dall’ingenuità di Charles Bovary e un amore giunto ormai all’ultimo stadio, predisposto ad accettarne l’umiliazione di Karenin. “Non basta innamorarsi per sentirsi completi, non basta la platonica unione delle anime. Si parte completi prima di cominciare e l’amore ci spezza in due “. Per poter amare ci si deve amare, bisogna scavare nei propri meandri, non ci si puo’ abbandonare nell’altro, se prima non si è imparato a trovare la propria solitudine e a star bene con essa e grazie ad essa. Non si può e non si deve avere una visone completa dell’amore, va visto da più angolazioni, va scomposto in mille pezzi, un puzzle che non tutti sono in grado di comporre e che molti per la fretta di comporlo finiscono per incastrarne i pezzi sbagliati e lo lasciano fuggire. “Niente da capire” cantava Francesco de Gregori, ebbene si non c’è proprio niente da capire.

Rita Scarpa

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