Recensione: Alessandro Ghebreigziabiher – Lo strano vizio del professor Mann


Vorrei del tempo per riflettere e dare un senso alle cose.
Forse è una fortuna che non abbiamo la possibilità di arrestare le lancette dell’orologio.
Ci impedisce di sbagliare.
Di cadere.
Di perderci.
E cos’è la vita, se non cercare di rimettere a posto le storture che riconosciamo come tali, all’inizio del nostro cammino?

Lo strano vizio del professor Mann è il nuovo libro di Alessandro Ghebreigziabiher, edito Ofelia Editrice ed è un giallo divertente ma che stimola il lettore a riflettere su molti aspetti del quotidiano vivere.

Il vice commissario Corda indaga sulla scomparsa di un bambino di nome Benjie. Del presunto rapimento è sospettato l’insegnante di musica Ercole Mann, anche lui svanito nel nulla dopo aver abbandonato inaspettatamente la cattedra ed essere tornato a vivere dai genitori Maria e Albrecht, entrambi ciechi. Nello stesso tempo, Corda non sta passando un buon periodo, poiché sua moglie Lisa palesa un improvviso mutismo, al quale di certo non ha giovato un’imperdonabile scappatella del marito. Entrambi sono in cura presso la psicoterapeuta Giorgia Marinelli, la quale ha a sua volta un problema irrisolto con il padre.

“Come ultima cosa, Ercole, fai attenzione ai tuoi compagni. Non sono tuoi amici, ti sono stati imposti dalla scuola, mentre gli amici si scelgono tra loro, come le mogli e i mariti. Sono come i passeggeri di un treno, con i quali condividi il viaggio e la vicinanza del posto a sedere, nell’altro. Possono nascere delle amicizia e anche in una classe, ma è davvero raro, perché c’è poco di spontaneo, si è costretti a stare insieme, come i prigionieri in una cella o i commilitoni nell’esercito. E quando c’è poco di spontaneo il tradimento è sempre dietro l’angolo. Cerca di stare bene con loro, ma non fidarti, perché perfino quello che si trova al banco con te non è altro che uno sconosciuto con il grembiule addosso”.

Sin dalle prime pagine il libro mi riporta alla mente il teatro dell’assurdo, sicuramente l’autore ne è influenzato, leggo dalla sua biografia: Alessandro Ghebreigziabiher è uno scrittore, drammaturgo e attore teatrale.
I personaggi di Lo strano vizio del professor Mann, rievocano memorie analizzando a fondo emozioni e sentimenti, e manifestano uno smisurato bisogno di parlare.
Gli attori non si esprimono in forma compiuta ma disarticolano il significato delle parole; conversano di diversi argomenti e spesso senza un filo logico, le frasi stereotipate e banali senza possibilità di replica divertono moltissimo e sicuramente stimolano il lettone nell’andare avanti con il libro.
La costruzione del romanzo è in pratica perfetta, fino alla fine, nonostante le supposizioni di Corda e degli interrogati, il lettore non comprende che fine hanno fatto il professor Men e Benjie, ma soprattutto non comprende quale sia lo strano vizio del professore.
Devo ammettere Ghebreigziabiher mi ha stupito perché è riuscito a creare una composizione perfetta in una melodia che aderisce alla mente.
Un viaggio interminabile nello stravolgente mondo della psiche umana.

Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro

Titolo: Lo strano vizio del professor Mann
Autore: Alessandro Ghebreigziabiher
Prezzo copertina: € 13.00
Editore: Ofelia Editrice
Collana: Viola e rosmarino
Data di Pubblicazione: gennaio 2019
EAN: 9788899820268
ISBN: 8899820260

 

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