Yukio Mishima – Confessioni di una maschera


A cura di Augusto Benemeglio

1. Io , Mishima-Tsukazaki, sono l’eletto

Qualche cosa mi ricordo di Mishima, all’epoca in cui ancora facevo il marinaio e lessi il suo libro ” Il sapore della gloria”, che è poi la storia appunto di un marinaio dotato di un destino speciale , “un destino scintillante , fatto apposta per me , non concesso a nessun altro”. E’ l’eroe che abdica , la vittima che nutre in sè -. come capitava a molti ufficiali di marina , soprattutto nella prima giovinezza – la convinzione doi godere intimamente di un privilegio dell’anima, di un trattamento di favore degli dei, di un destino speciale, appunto. ” Io sono il preferito, io sono l’eletto”, dice spesso il marinaio Ryuji Tsukazaki (alter ego di Mishima) , ma lo dice senza enfasi alcuna , è il suo un sentimento profondo , radicato, ci crede , ha fede insomma e ovviamente gli altri marinai che sono assai meno convinti di lui di essere “eroi” lo sfottono a più non posso. Lo ritengono un tipo bizzarro, difficile, pericoloso, che familiarizza poco, fa poche chiacchiere e detesta i discorsi sulle donne , sulla terraferma e sulle mille piccole bugie. Ama appartarsi e ascoltare le canzoni patriottiche, la sua vocazione marinara è vera, autentica, non può smettere di essere al centro dei suoi interessi, il suo primo pensiero…E tuttavia ” La gloria ignota “ che lo chiamava al mare aperto e buio , confusa con la morte e con la donna , che costituiva il suo destino” , quella sua vocazione al mare che sembrava eterna e indefettibile finirà , presto smetterà …

2. La gloria? , è una beffa

Lui continuerà a pensare di tendere alla gloria ,a un destino non mediocre, non comune, e tuttavia…non potrà essere artefice del proprio destino…E il tutto si tradurrà nella dubbia gloria di una beffa…In tutto Mishima , nei suoi romanzi e nella sua vita fierissima e tragica , c’è il tema della bella morte , della morte gloriosa quale impareggiabile compimento , capolavoro dell’esistenza umana sottratta fieramente alla banalità del quotidiano. Ovviamente a questo punto i commenti su questo samurai giapponese inquieto violento torbido con l’ideale del superuomo cucito addosso , con la ricerca ossessiva e senza speranza della perfezione del proprio corpo e del proprio essere , una sorta di tragico kamikaze umano alla caccia del bello e glorioso, come lui stesso amava definirsi , possono essere millanta che tutta notte canta.

3.Ho fatto una vita di merda, da prostituto degli americani.

E a proposito di Confessioni di una maschera, se dobbiamo parlarne , parliamone pure. Per uno strano gioco del destino mi sono imbattuto ieri in un libro dal titolo in epigrafe , edito da Feltrinelli , che contiene le interviste fatte allo scrittore nipponico da due critici importanti del suo paese: Kobayashi Hideo’ ( che lo intervistò nel 1957) e Furubayashi Takashi , di tendenza marxista e coetaneo dell’autore , che lo intervistò pochi giorni prima dell’harakiri. A quest’ultimo Yukio Mishima dice papale papale che dopo la seconda guerra mondiale e dopo la più immonda ed esecrabile delle azioni dell’uomo, la bomba atomica , la sua vita in Giappone è stata terribile ,una vita di merda, prostituito agli americani , come tutti i giapponesi , rapporti pessimi col proprio ambiente , col proprio sesso e con l’altro sesso , rapporti difficili sia come artista che come uomo; del resto non poteva essere altrimenti per uno che voleva conciliare il pensiero con l’azione , ” la penna con la spada”. Lui – dice – tendeva verso una vita riportata alle esigenze dello spirito , una realtà, una società , una nazione dirette dall’idea, e perciò , lontane, diverse da quelle giapponesi del momento perchè avviate ad assumere caratteri concreti, immediati che da lì a poco sarebbero divenuti costitutivi della società e della cultura di massa.

4. Wilde e D’Annunzio

In Occidente tale fenomeno era già in atto ed aveva confuso , disperso quanto si era sempre inteso per arte e per artista , quanto cioè era manifestazione, espressione isolata, trascendente dal momento che erano prevalsi interessi collettivi e immanenti. Mishima si era formato in occidente sugli autori del decadentismo europeo ( D’Annunzio , Wilde ) nonchè su quelli della Grecia classica e da entrambi le direzioni oltre che quell’acceso spiritualismo proprio delle tradizioni culturali ,artistiche e religiose del proprio paese erano provenute le componenti fortemente ideali del suo carattere , quelle che non gli facevano distinguere tra storia e MITO , realtà e IDEA , vita e ARTE , che gli facevano ricondurre tutto a principi e valori estremi , assoluti, unici. Come l’artista farà suoi i temi della FORZA , della BELLEZZA-VIOLENZA , della BELLEZZA-MORTE , dell’erotismo , così l’uomo sarà acceso nazionalista e fonderà un gruppo politico di estrema destra , vivrà di idee , penserà, parlerà, agirà seguendo lo spirito , aspirerà alla condizione inalterabile , eterna, universale che esso puo’ procurare all’uomo. .
Situazioni e personaggi sono creati e mossi col solo scopo di superare i limiti della materia , della realtà, , in nome dello spirito e dell’idea ( lo storpio che incendia “il padiglione d’oro” perchè non puo’ essere partecipe della bellezza di esso , nè delle agiatezze di quanti lo visitano, i due innamorati di “Giovani rinascete” che si amano fin quando l’amore per loro vuol dire anche pericolo, sfida ; per l’uomo del ” Tamburo di damasco” che si condanna a suonare in eterno un odiato tamburo perchè così richiestogli dalla donna alla quale aspira. Sono sempre situazioni conflittuali , persone che si tormentano , lottano per rendere possibile quanto sperato, sognato , per vincere su cio’ che ostacola le loro intenzioni, per realizzare le proprie idee , per attingere quell’Assoluto che in queste si identifica. Non solo nell’arte, ma anche nella vita si estendeva quest’affannosa ricerca di Mishima .

5.Non ho fatto altro che sognare

E alla fine risponde all’intervistatore che gli dice , ma tu allora , Yukio , non hai fatto altro che sognare in tutta la tua vita?
” Sì, sognare di raggiungere l’Assoluto. Sognare, sognare , ma poichè questo sogno romantico non può essere realizzato , il raggiungimento dell’assoluto è possibile solo con la morte,. Non c’è altra strada . Solo con la morte si raggiunge la perfezione.”
A leggere le interviste , a prendere tutto per oro colato , Mishima sembra uno d egli ultimi eredi e difensori di una spiritualità estrema che partita dalla storia antica era giunta ai nostri tempi ancora intatta , perché propria dell’UOMO più che dell’artista . Sembrerebbe , alla fine , che Mishima si identifichi come uno degli ultimi interpreti di Sofocle, Eschilo , tra i più veri della tragedia greca che tanto l’aveva affascinato.
Ma è proprio così?
Vi confesso che a me viene ogni tanto più d’un dubbio.

Augusto Benemeglio

confessioni di una mascheraTitolo: Confessioni di una maschera
Autore: Yukio Mishima
Traduttore: Bonsanti M.
Editore: Feltrinelli
Prezzo: € 7.50
Collana: Universale economica
Edizione: 21
Data di Pubblicazione: Settembre 2008
ISBN: 8807809567
ISBN-13: 9788807809569
Pagine: 224
Reparto: Narrativa > Narrativa contemporanea

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