A cura di Augusto Benemeglio
1.Un Ashley che manda a ramengo il Presidente degli Stati Uniti
William Faulkner era un gentiluomo del Sud ( un suo avo possedeva piantagioni e schiavi) , la cui famiglia era stata rovinata dalla guerra di secessione e dal Nord cinico, mercantile e predatore. Fu , almeno inizialmente, una specie di Ashley di “ Via col vento” , ancora immerso nell’atmosfera nostalgica ,languida e sensuale , colta e raffinata del vecchio Sud feudale e agricolo , tutto cavalleria e idealismo, trine , merletti e rococò all’esterno, ma pieno di sessualità repressa , urli e furori dentro gli animi di uomini e donne.
Lui mantenne sempre un atteggiamento scontroso, chiuso , distaccato e snobistico: Per farsene un’idea basta guardarlo nelle fotografie, con gli abiti che indossa, il taglio dei baffetti ben curati , il modo che ha di tenere la pipa in mano, le labbra sottili…. Negli anni sessanta , ormai celebre, grazie anche al premio Nobel per la letteratura , viene invitato alla Casa Bianca . Ma lui non si sente per nulla onorato e scrive al giovane neo eletto Presidente J. F. Kennedy che fare cento miglia per andare a cena gli sembrava esagerato. Ci sarebbero state magari altre occasioni.
Questo era l’uomo , che disertava tutti gli appuntamenti mondani e amava la compagnia di uomini rudi e semplici con cui bere bourbon e parlare di cavalli e cani e vecchie battute di caccia. Ma in fondo la sua era solo una posizione difensiva , come l’abitudine di sbandierare a radio e televisioni che non era un intellettuale , ma un contadino. In realtà era consapevole di essere a quel tempo il più grande scrittore americano . E forse lo è era davvero. Autore di uno dei maggiori canoni narrativi, nel solco della tradizione di James , Conrad, Ford, la Woolf, Proust e Joyce , Faulkner è uno di quelli che ha impresso sul romanzo , come categoria strutturante , un segno indelebile. …
2.L’urlo e il furore, un pugno allo stomaco.
Dopo gli studi a Oxford e un periodo a Hollywood come sceneggiatore , esordisce con un poema vagamente hawthorniano ,”Il fauno di Marmo” che non avrà alcun seguito , così come non rimarrà molto più di nulla delle prime prove narrative ( “La paga del Soldato” e “Zanzare”). Ma con “Sartoris” , ( sarà il primo di un ciclo di romanzi ambientati nella fantastica contea di Yoknapatawpha, teatro della gesta dei suoi personaggi) , in cui campeggia la
mesmerica figura del vecchio Colonnello, suo avo, capo del Settimo Cavalleria del Mississippi , Faulkner scopre la sua via narrativa: descrivere la decadenza della nobili famiglie e della civiltà del sud, ( anche la sua storia personale , quindi) , la decomposizione della società con tutte le sregolatezze , il torbido , la violenza e le inquietudini che questo processo comportava . Ma è con “L’urlo e il furore” , che ottiene il primo vero successo di critica e dimostra di possedere una rara potenza immaginativa , nonché una tecnica compositiva prodigiosa e complessa tanto da costituire , con le due sezioni ( una narrata da un subnormale , l’altra da un giovane alla soglia del suicidio) ,con la loro frantumazione del tempo , il gioco degli incastri memoriali, l’opacità dei riferimenti sommersi nel monologo interiore , uno dei luoghi più ardui della narrativa contemporanea. “L’urlo e il furore” – mi scrisse Maria Crisigiovanni – lo lessi quando avevo 22 anni e fu un pugno allo stomaco. Mi lasciai andare alla lettura e vissi quelle pagine come un percorso a ritroso: negli inferi della conoscenza di sé. Mi lasciai scorticare da quelle parole, che ricollegai alla lettura, che avevo appena terminato, di “Re Lear”.
Ma cosa c’era d’altro?
C’era , pur nell’enfasi e nello strabordare del linguaggio , una verità di una chiarezza lancinante: chi progredisce nella conoscenza , acquisendola , non solo come fatto cognitivo , ma vero e proprio dramma esistenziale , non sono le regioni più ricche , ma le popolazioni più povere dal punto di vista tecnologico e industriale , allora il Sud degli Usa, con la guerra di secessione e il problema della schiavitù , oggi , ad esempio , l’Italia Meridionale e tanti altri Meridioni geografici e storici del mondo . Quel dramma è universale . Ed ecco che l’essere riuscito a scrivere della follia e della passione, della rabbia e della pietà… è la vera grandezza di William Faulkner, gentiluomo del sud.
Roma, 21 maggio 2013 Augusto Benemeglio
Titolo: L’ urlo e il furore
Autore: William Faulkner
Editore: Einaudi
Prezzo: € 12.00
Collana: Einaudi tascabili. Scrittori
Data di Pubblicazione: Novembre 2005
ISBN: 8806179551
ISBN-13: 9788806179557
Reparto: Narrativa > Narrativa classica