Volk
II divano c’è, ma la stanza è gelata.
Il freddo si insinua sotto la felpa, la maglietta, fino ai reni. Sfinimento, umidità, chilometri, insonnia, questo è il Uve. Lavorare in studio per certi versi è meno traumatico, anche se poi, alla fine della giornata, la testa diventa un alveare, e le orecchie friggono come due cotolette. Penso all’ultimo disco a cui ho lavorato. Penso al calore di quei giorni. E sento un vuoto nel cuore.
San Donato, dicembre 2007
Nervosismo e rabbia.
Ieri con gli altri di Fata Morgana abbiamo assodato il fatto che, da quando Diaz si è tolto dai coglioni, il pro¬gramma radiofonico scorre che è una meraviglia, e fu così anche per Voice of Israel.
Di buffoni ne abbiamo bisogno, ma di buffoni che frena¬no il lavoro degli altri ne ho abbastanza Diaz rompe il cazzo e si lamenta di cose ovvie, getta con¬fusione e nelle diatribe butta benzina sul fuoco.
I progetti che vedevano la sua partecipazione sono falliti tutti, e siamo riusciti a fare cose da capo a piedi solo quando lui non c’era.
II problema sta nel fatto che per alcune cose è un genio. Ed è pure generoso. Ma scombinato.
Se pensate che la radio sia un passatempo della domeni¬ca avete sbagliato tutto, e io comunque rimango del fatto che se uno si propone una cosa, se ne assume la respon¬sabilità.
Ora che c’è Claude Mysterio sono tranquillo. Se qualcuno vuole ancora registrare Hagakure, a me va bene, però si prenda la briga di organizzare, telefonare e, di conseguenza comunicare gli orari e le modalità.
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