Permettemi di parlarVi di un amico, l’ho conosciuto per caso un pomeriggio ad un tavolino di un bar; io stavo cercando di studiare sulle dinamiche della post-modernità, lui era seduto ad un tavolino dinanzi a me, da solo ed apparentemente non stava facendo assolutamente nulla.
Poteva stare ad ascoltare la musica radiodiffusa dalla radio nella sala, poteva sbirciare magari i contenuto video della tv che era posta alle mie spalle, non lo sapevo.
Dopo un pò che mi ero accorto di lui, gli feci un cenno di saluto, poi quando divenni più esplicito fece per guardare alle sue spalle, dove non c’era nessuno, quindi si volse a me e fece cenno indicando a se stesso;
era un giovinetto simpatico e gli dissi: si, ho salutato te!
Lui si alzò e venne da me: ci conosciamo? mi chiese
Io dissi che non ci conoscevamo ancora, che tuttavia era riuscito ad attirare la mia attenzione su di lui con quel suo modo di essere isolato.
MI rispose che sua madre gli aveva insegnato a non dare confidenza agli sconosciuti, ma avendo vista che lo avevo salutato con un gesto forse non avrebbe avuto motivo di temere nulla da me e chiese cosa stessi facendo col mio pc-portatile.
Gli spiegai tutto, chi ero, dei miei scritti di ricerca, della mia passione di scrivere, quasi provassi il desiderio di comunicare agli altri tutto ciò che sapevo o mi venisse in mente.
“e tu cosa fai?” gli chiesi.
“Nicholas sono io, avevo visto che c’è un mini parco giochi per i bambini dall’altra parte del locale, poi mi sono seduto qui ad aspettare….”
“aspettavi cosa?” gli chiesi. “non lo so, – rispose – guardavo…”
“oh anch’io faccio cose così, mi fermo e guardo…”
“perchè anche tu sei come me?
“in che senso”
“hai gli stessi sintomi di Asperger o cosa?”
“no, io….(imbarazzato) sono uno che, diciamo, cerca ispirazione quando faccio una cosa”
“lo sapevi che la ricerca dell’ispirazione è una cosa che fanno coloro che soffrono della sindrome di Asperger come succede a me?”
“beh, veramente non lo sapevo”
“Tutti i grandi personaggi sono come noi, sono così…
“ah davvero?! no, non lo sapevo, giuro!
“Beh, ciao devo andare, mia madre mi aspetta, forse….”
Rimasi allibito da quel ragazzino, da quello che sapeva dire, dal suo animo sereno e gentile.
Giovanni d’in Geo