“Quasi tutto dipende dal caso, la nostra vita è un mistero.”
Valerio Massimo Manfredi, archeologo, scrittore e presentatore televisivo, torna in libreria con Otel Bruni, torna perché Hotel Bruni è uno dei tre racconti facente parte di una raccolta dal titolo “Storie d’inverno” pubblicata dall’autore alcuni anni addietro.
Il racconto diventa un romanzo ed è la “saga” di una famiglia contadina e del suo decadimento, nel dentro, la storia del novecento.
Ora, non ho letto la raccolta di racconti, e in verità è il primo libro di Manfredi che leggo, ebbene ne sono rimasta folgorata perché mi ha riportato a vivere momenti della mia infanzia, quando, dalla città con mia madre andavo a trovare i miei nonni che vivevano in campagna, con gli zii e rispettive famiglie, tutti nella stessa casa e soprattutto, quando con mio nonno andavamo la mattina presto nella stalla ad accudire le mucche, il calore, gli odori, e tanto altro che riaffiora nella mente e che sa di buono.
I Bruni, famiglia numerosa sta a mezzadria e vive nella pianura emiliana, i proventi del duro lavoro nella campagna è suddiviso con un notaio che è il proprietario delle terre, ma nonostante questo i Bruni riescono a vivere dignitosamente del proprio lavoro.
La cascina è correlata di una grande stalla, Otel Bruni appunto, un ritrovo nelle fredde notti d’inverno con i vicini, un albergo per i pellegrini, dove si narrano storie meravigliose tra il reale e la fantasia, eredità di una tradizione millenaria.
La vita scorre, nel mezzo le due guerre, Manfredi racconta la prima guerra attraverso gli occhi di tre dei sette figli maschi dei Bruni, momenti tristi vissuti separatamente e con occhi e situazioni diverse, la fine della guerra riporterà tutti a casa, ma qualcosa muta con il mutare degli eventi. Gli avvenimenti si susseguono, un nuovo regime e la sua violenza, i primi disaccordi in famiglia, ancora guerra e ancora lutti e distruzione a segnare gli animi. La capacità di rimboccarsi le maniche, la vita che prosegue, gli amori e le morti misteriose, facente parte di un credo arcaico profondo che aleggiava nella cultura del momento.
E man mano che il nuovo mondo si ricostruisce, i componenti della famiglia prende la propria strada, l’abbandono della fattoria, con l’incapacità della “matriarca” di tenere unita la famiglia ponendo fine così a un passaggio generazionale che “governava” l’Otel Bruni ristoro e riparo per ogni viandante notturno.
“Quella stalla in cui tante volte era stato seduto fino a tarda notte a raccontare favole (…) Sentiva che il rogo all’Otel Bruni segnava la fine di un’epoca povera ma forse più felice di quella presente, che il paese, la gente e forse il mondo intero non sarebbero stati più li stessi.”
Una tristezza incredibile ho provato nel vedere le fiamme che “cancellano” la stalla, ne senti il calore che devasta un sogno vissuto e ricordato da chi è memoria di storie.
Quello di Manfredi è un libro che si legge tutto d’un fiato, chi ha la mia età ricorderà i racconti dei nonni, che molti dei fatti narrati né Otel Bruni li hanno vissuti, e qualcuno ne sentirà ancora il profumo e il sapore.
La narrazione è scorrevole e senza orpelli, leggera e reale con quelle inclinazioni proprie del mondo contadino, vero e sincero, schietto e leale, dove per augurare una lunga vita, si usava dire: «Vi ringrazio, signor padrone. E se non ci dovessimo vedere più vi auguro una buona morte», e dove ogni giorno era una dono ricevuto e per questo degno di essere vissuto.
Ammetto che alcune situazioni e personaggi sono pochi approfonditi e spesso lasciano l’amaro in bocca perché si voleva conoscere di più, qui l’autore ha peccato di fretta penalizzando alcuni personaggi che a mio avviso meritavano un approfondimento nella loro di storia, ma mi ripeto Otel Bruni è un romanzo che sa di buono e si respira a pieni polmoni.
Titolo: Otel Bruni
Autore: Valerio M. Manfredi
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Prezzo: € 19.00
Data di Pubblicazione: Maggio 2011
ISBN: 8804608730
ISBN-13: 9788804608738
Pagine: 358
Reparto: Narrativa > Narrativa contemporanea
Valerio Massimo Manfredi (Modena, 1943), topografo del mondo antico, ha insegnato in prestigiose università italiane e straniere e ha condotto spedizioni archeologiche in molte località del Mediterraneo. Saggista, giornalista, sceneggiatore e brillante divulgatore, si è affermato come scrittore di grande successo internazionale con la trilogia Aléxandros, da cui è stato tratto un film. Tra i suoi saggi: La strada dei Diecimila (1986), Le isole fortunate (1990); con Luigi Malnati Gli Etruschi in Val Padana (1991); con Lorenzo Braccesi Mare greco (1992) e I greci d’Occidente (1996); con Vencenslav Kruta I celti d’Italia (1999). Tra le opere di narrativa: Palladion, Lo scudo di Talos, L’oracolo, Le paludi di Hesperia, La torre della solitudine, Il faraone delle sabbie, Chimaira, L’ultima legione, Il tiranno (2003), L’impero dei draghi (2005), L’ultima legione (2007) e Idi di marzo (2008). Per ragazzi ha pubblicato Il romanzo di Alessandro (2005).
Katia Ciarrocchi