Prima visione: Una donna fantastica


Recensione film “Una donna fantastica” per la regia di Sebastián Lelio

Tutti contro un amore di trans
Una coppia felice, un compleanno da festeggiare, una anomalia per il resto del mondo, a Santiago. Intensa, coinvolta e convincente, la trans Daniela Vega è Marina, cameriera 30enne, aspirante mezzo soprano, in stabile convivenza con il quasi 60enne Orlando, che per lei ha lasciato la famiglia. Colpito da aneurisma, Orlando muore. In eredità a Marina lascia soltanto il rancore, le offese, la ripulsa, della sua famiglia, perfino un gesto delinquenziale prima di finire cacciata di casa. Efficace, esemplare, la sequenza al funerale. Dal pupillo di Pablo Larrain (che lo produce), è un appassionato melò di denuncia sul punibile amore tra una trans e un maturo professionista papà ed ex marito. Giusta la sofferenza ribelle di Marina, eroina con cui ci si identifica in crescendo, anche quando emerge la parte maschile. Incompleto lo script, che non sviluppa quanto necessario il grande amore con Orlando. Ma è un passo vero, per lo spettatore duro di comprendonio, sui diritti di passione & sentimento. Orso d’argento a Berlino, candidato all’Oscar del Cile.

Silvio Danese

Titolo originale: Una mujer fantástica
Nazione: Cile, U.S.A., Germania, Spagna
Anno: 2017
Genere: Drammatico
Durata: 104′
Regia: Sebastián Lelio
Cast: Daniela Vega, Francisco Reyes, Luis Gnecco, Aline Küppenheim, Amparo Noguera

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