Quando l’avventura è un viaggio interiore
Crisi d’identità, ricerca dei valori, richiamo a Dio, rifiuto di Dio, attesa di un segno, dai rami ipnotici del Rio delle Amazzoni al silenzio dei santuari del Trentino. Trafitta da una tragedia, di cui si dice quasi niente (la morte di un bimbo), la trentenne Augusta sposta corpo e anima prima al seguito di una suora pellegrina, poi nel sociale emarginato della comunità delle palafitte di Managua, mentre la madre, vicina a una comunità di suore in una cittadina di montagna, non riesce ad accogliere il dolore e la scelta di solitudine della figlia. Lasciata una partenza di marchio, tra misticismo e pauperismo stilizzati, il terzo lungometraggio di Diritti è ricco d’avventura interiore e comunitaria.
Resta nel cuore e negli occhi, almeno per tre motivi:
1) l’esperienza delle domande di fondo nella mano di un cineasta che sente Antonioni, Herzog, Malick e li abbandona; 2) un personaggio femminile forte che interroga per noi il senso di esistere (Trinca alla prova d’arte, non sempre all’altezza);
3) il contatto intenso in mondi diversi ed esemplari, a compimento di una produzione estera coraggiosa e salutare.
Da vedere.
Silvio Danese
Titolo originale: Un giorno devi andare
Nazione: Italia, Francia
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 110′
Regia: Giorgio Diritti
Cast: Jasmine Trinca, Anne Alvaro, Pia Engleberth, Amanda Fonseca Galvao, Sonia Gessner, Federica Fracassi, Paulo De Souza, Nilson Trindade Miquiles, Manuela Mendonça Marinho
Produzione: Aranciafilm, Lumière & Company, Groupe Deux, Rai Cinema
Distribuzione: Bim Film
Data di uscita: 28 Marzo 2013 (cinema)
Trailer: