Cazzo! Come vorrei riuscire a sciogliere, questa nebbia che mi copre di grigio l’anima, questo velo terribile che nasconde e imprigiona un casino di roba.
Vorrei poterla tagliare a pezzi e farla volare in cielo insieme alle nuvole che coprono questo giorno grigio.
Tutto è grigio oggi. Dentro e fuori.
E’ fredda la mia nebbia e densa e antica.
Ogni giorno che passa, lei acquista spessore. Avvolge, comprime tutto.
Spiazza, la luce e i colori ancora una volta, fino a farli scivolare, nel pozzo dei mille desideri perduti.
E’ il grigio adesso che prevale. Qui è tutto offuscato. Non riesco più a trovare la strada, per incontrarti. Ho tentato, ma mai ho imboccato il percorso giusto.
Adesso è così difficile trovarlo.
Devo cercare, i lembi di questo velo malefico, prima che s’infittisca e inghiotta tutto.
Devo riuscire a sollevarlo e, cercare una luce, un segnale, che mi indichi la via per arrivare a te.
Mi piacerebbe che tuo padre diventasse l’uomo che fotografa la nebbia.
Gli basterebbe aprire il cassetto, dove da tempo giace, la macchina fotografica, dimenticata e polverosa, premere il bottone e scattare immagini a questo paesaggio ancora bello, ma immerso nella nebbia.
Innumerevoli click, scattati con leggerezza, con amore con l’intenzione di comprendere quello che non si rivela ai suoi, ai nostri occhi stanchi e annebbiati. Quindi aguzzare la vista per leggere queste immagini velate, con curiosità, con entusiasmo, senza paura di scoprire, un mondo sconosciuto.
Un mondo che io vorrei conoscere da vicino per cercare il labirinto, che hai preferito ad una strada comoda e dritta. Forse per gettarti il gomitolo, come Arianna a Teseo.
Per liberarti. Per liberarci.
Ancora sbaglio….non son capace di non porgerti il mio aiuto.
E’ dura, capire.
Finalmente, forse le tue parole, stamani, sono riuscite a dissipare un po’ di questa nebbia. Ho compreso che quel labirinto è stato scelto da te. Sei tu che hai voluto intraprenderlo. Perché adesso questa è per te la strada necessaria da percorrere.
Ho capito anche che possiedi la determinazione e la motivazione che ti aiuteranno a trovare la via di uscita e, questo un po’ mi tranquillizza.
La nebbia, adesso, appare meno grigia, se osservo bene, posso scorgere dei bagliori d’argento.
Ho estratto dal cassetto la macchina fotografica, per scattare nuove immagini.
Voglio fotografare l’immagine di quella donna che la nebbia mi aveva nascosto. Voglio regalarla a tuo padre.
Chissà, se un giorno potrà incorniciarla e poggiarla sul tavolo, accanto al tuo ritratto di bambina.
Serenella Menichetti
Nascosto tra le parole, nella nebbia che volutamente avvolge le frasi, s’intravede la solitudine e il dolore di una madre e la ricerca di un tempo ormai passato, vivo solo nei ricordi e in un ritratto di bambina. Ma quella bambina è già donna, con un suo mondo costruito in un labirinto da cui forse non vuole essere liberata. Ed è questa consapevolezza, che – come un faro – riesce a stracciare l’egoistica nebbia che invade ogni cosa e ad illuminare una figura amata, ora visibile nella sua realtà di donna.
Una bella prosa poetica, con una sua musicalità incantata ed eterea, che – senza voler razionalizzare il contenuto del pezzo – riesce a dare al lettore quel senso di angoscia e poi di liberazione che credo si prefiggeva l’Autrice.
Complimenti.
E.M. Lombardo
La prosa si trasforma in lirica,riscattando il diritto di creare la poesia anche in un’atmosfera imprigionata dalla nebbia.