Recensione film “The Happy Prince” per la regia di Rupert Everett
OSCAR WILDE FIRMATO EVERETT
Wilde chez Everett. Si può dire debole la pressione diretta dell’opera di Wilde (1854-1900) e acquisite e non cresciute certe importanti passioni amorose, ma nessuno potrà dire che non sia un ritratto personale e onestamente scavato, nel sublime come nel reietto, di un ribelle rivelatore delle catene morali, genio e martire precursore dei tempi. Presa nei tre anni oscuri prima della morte, esiliato a Parigi dopo il carcere per sodomia, con flashback di un’esistènza vissuta pericolosamente, acclamata se non venerata da seguaci e amanti, questa tranche-de-vie dell’artista da morente (con commento dalla Sinfonia N° 6 di Cajkovskij) tenta nella “regia a se stesso” di Everett un epilogo come senso d’arte e di vita senza assoluzioni né agiografia, nonostante una parte centrale di laccatura british. Emozionante.
Silvio Danese
Titolo originale: The Happy Prince
Nazione: Italia, Belgio, Germania, Gran Bretagna
Anno: 2018
Genere: Commedia
Durata: 105′
Regia: Rupert Everett
Cast: Rupert Everett, Colin Firth, Emily Watson, Colin Morgan, Edwin Thomas, Tom Wilkinson, Anna Chancellor, Julian Wadham, Béatrice Dalle, André Penvern