Recensione film “The Greatest Showman” per la regia di Michael Gracey
Tripudio circense in salsa musicale
Naso a patata, capelli a pomo ai lati e faccia qualunque, P.T. Barnum (1810-1891) non fu bello e aitante come Jackman, il Wolverine degli X-Men cantante e ballerino (molto bene già nei “Miserabili” di Hooper), ma i nani, la donna scimmia, i siamesi, l’obesissimo, non sono lontani dalle antiche fotografie recuperabili su Internet. Rifiniti da make-up e inno alla emancipazione della diversità (ai tempi fu puro sfruttamento), festosi, rabbiosi, i freaks meno freaks della storia del cinema (sorride chi ricorda i terribili del film di Browning) sono i “mostri” di un inventore dello spettacolo di massa moderno, fin sotto la tv odierna: con i testi degli autori di “La La Land” infilati in pop music edificante si fa l’epopea di un glorioso Barnum, circense, menzognero e manager nell’America che “solo chi cade può risorgere”, più nel nome della tradizione musical che nell’impegno di scavare nei fatti. Resiste nella regia un impasto piacevole di modernariato tra “Il più grande spettacolo del mondo” e “Saranno famosi”. Jackman, lui notevole, a chi ricorda sembra un po’ Burt Lancaster e un po’ Tony Curtis. Molto natalizio.
Silvio Danese
Titolo originale: The Greatest Showman
Nazione: U.S.A.
Anno: 2017
Genere: Musical, Drammatico
Durata: 110′
Regia: Michael Gracey
Cast: Zendaya, Hugh Jackman, Michelle Williams, Rebecca Ferguson, Zac Efron, Paul Sparks, Keala Settle, Jacqueline Honulik