A cura di Alberto Figliolia
Black comedy a episodi dai risvolti esistenziali. Grottesco e tragico che si mescolano in una pellicola di rara classe. Esilarante e amaro film è Storie pazzesche di Damian Szifrón, in proiezione sino al 18 marzo allo Spazio Oberdan di Milano (viale Vittorio Veneto 2) sotto l’egida della storica Fondazione Cineteca Italiana.
Una commedia surreale con un forte marchio almodovariano (non a caso il Grande Pedro ne è coproduttore), baciata da entusiastico consenso in occasione del 67° Festival del Cinema di Cannes e nominata all’Academy Award per il miglior film straniero. Invero il titolo originale sarebbe Relatos salvajes, ossia Storie selvagge, e tali esse paiono nella loro ferocia tensione rabbia, stemperata (soltanto un po’) dal filtro dell’ironia. In effetti la domanda che ci si pone dopo, o anche durante la visione, è… Com’è possibile ridere di fronte a situazioni tanto efferate o drammatiche? Eppur si fa, di fronte a tanti disequilibri psico-socio-esistenziali, innanzi a spettacoli di esasperante/inqualificabile cinismo. Con ciò tuttavia si aiuta a generare un germe di riflessione.
A chi non è capitato a bordo della propria autovettura di perdere le staffe e sbracare nei confronti di un collega automobilista? Ah le liti fra automobilisti, così stupide e cruente… quel che capita in un episodio truculento e crudele quant’altri mai, dagli esiti imprevedibili, una sorta di duello rusticano senza vinti né vincitori, ma solo ottusi perdenti, un’escalation di comica incontenibile violenza (nel tragico evolversi ci si sbellica dalle risa…), ossimoro di disagio e superficialità. Pensateci prima di mandare affanc… il guidatore di un’altra auto. Ma l’uomo è antropologicamente belluino e la sua scatola metallica a quattro ruote con motore è un’arma come la primitiva clava?
Senza fine le sorprese dello spiazzante matrimonio in cui la novella sposa, durante la festa, scoprirà il tradimento del marito – il numero del maestro di chitarra memorizzato sul di lui cellulare è in realtà quello di un’avvenente collega… –; capiterà di tutto, in un crescendo di dolente vertigine, oltre ogni freno e controllo, con una vendetta in diretta senza mediazioni, fino alla stranita ricomposizione finale a suon di eros (in forma di pulsione).
La sottintesa carica di violenza, domestica e quotidiana, o la sua esplicitazione coi modi della spersonalizzazione, complice la burocrazia che affligge, è ben presente anche nella disavventura, un rapidissimo precipitare agli inferi, di un ingegnere esperto in esplosivi cui un carro attrezzi, nell’incipit della storia (che si ripeterà), rimuove l’autovettura. Il paradosso è che il lieto fine è garantito dall’arrivo del protagonista in carcere.
Molto noir l’episodio della cameriera e della cuoca di una tavola calda nella quale in una sera di pioggia entra un equivoco personaggio, colui che ha rovinato la famiglia e la vita della giovane cameriera. Finirà molto male.
Quasi una gag di equivoci l’episodio d’apertura, all’interno di un aereo. Vietato, in ogni caso, l’happy end.
Cinismo a piene mani nell’episodio di un riccone che conduce trattative clandestine per salvare il figlio che ha investito e ucciso una donna incinta. Una congrega di dannati d’alto bordo è in azione. Ecco, qui si ride poco. Qui è, semplicemente, la sottile linea che divide la civiltà dalla barbarie.
Un grande film. Da spezzare le mandibole per il riso (per quanto amaro) che suscita, attivaneuroni, e un giusto solletico (e sollecitazione) al senso etico di noi spettatori della vita, un’esortazione ad agire con spirito contrario alla degenerazione e acquiescenza morale, per ritornare alla giusta lentezza meditativa, contro le convulsioni di questo isterico presente.
Alberto Figliolia
Storie pazzesche
R. e sc.: Damiàn Szifrón. Int.: Ricardo Darin, Oscar Martinez, Leonardo Sbaraglia, Érica Rivas, Rita Cortese, Julieta Zylberberg, Maria Onetto. Argentina/Spagna, 2014, col., 122’.
Info: tel. 02.87242114; e-mail info@cinetecamilano.it; sito Internet www.cinetecamilano.it
Calendario: domenica 15 marzo (h 21), martedì 17 marzo (h 21), mercoledì 18 marzo (h 18,45)