Cinema: Sole cuore amore


Recensione film “Sole cuore amore” di Daniele Vicari

La tragedia vera dell’eroica Isabella
Rara, in questi anni, e quasi riuscita combinazione di analisi sociale e dramma individuale in un contesto di cronaca per una volta mori dalle parole dei talk show e dai reportage stilosi sul cosidetto “lavoro non garantito”. Tenace e volitiva madre di quattro bimbi, con pragmatico buonuomore, per 800 euro al mese la barista Eli resiste fino all’autodistruzione per garantire la sola fonte di sussistenza alla famiglia, quattro ore di viaggio ogni giorno dalle 5 alle 22 tra Torvaianica e Roma (è la tragica storia vera di Isabella Viola, e la scelta di non citarla è condivisibile). La ballerina performer Vale, vicina di casa che difende l’indipendenza della scelta artistica con diversi, ma non meno esemplari sacrifici, è l’altra faccia, quella lirica, delle dispari opportunità di un’Italia sbagliata. Nonostante qualche caduta (di sceneggiatura, o la scena lesbo nella doccia o il dialetto neorealista) nei momenti migliori Vicari (“Diaz”) ricorda gli indomabili onesti di Loach. Va data fiducia all’insolito passo lungo per inoltrarsi nella vicenda. Alla Ragonese c’è da augurare tutto il bene possibile ai futuri David.

Silvio Danese

Titolo originale: Sole cuore amore
Nazione: Italia
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 113′
Regia: Daniele Vicari
Cast: Isabella Ragonese, Francesco Montanari, Eva Grieco, Francesco Acquaroli, Giulia Anchisi

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