Recensione: Sayaka Murata – La ragazza del convenience store


La ragazza del convenience store di Sayaka Murata è un romanzo straordinario che ti cattura fin dalla prima pagina e ti trascina in un mondo affascinante e surreale. Sayaka Murata riesce a combinare abilmente l’osservazione sociale con elementi di realismo magico, creando un’esperienza di lettura interessante.
La trama ruota attorno a Keiko Furukura, una donna di trentacinque anni che lavora in un convenience store da oltre diciotto anni: la sua vita è stata definita e limitata dal lavoro nel negozio, eppure Keiko sembra essere in pace con questa situazione. Il negozio è il suo santuario e il suo rifugio, dove può seguire le regole fisse e prevedibili che governano la sua esistenza.
L’autrice dipinge una società giapponese frenetica e conformista, dove la pressione per uniformarsi alle aspettative sociali è opprimente. Keiko è una donna “anomala” secondo gli standard della società, perché non è mai riuscita a costruire una carriera o una famiglia, tuttavia, attraverso la narrazione intensamente intima, Murata esplora la liberazione che Keiko trova nella vita apparentemente monotona e nell’adesione alle rigide regole del negozio.
La prosa di Sayaka Murata è minimalista ma altamente efficace, con una scrittura nitida e incisiva che cattura l’attenzione del lettore fin dal primo momento, la storia si sviluppa lentamente ma in modo sorprendente, poiché la voce narrativa di Keiko rivela gradualmente le sue emozioni nascoste e i conflitti interiori che la tormentano.
Un elemento che rende questo libro così interessante è il modo in cui l’autrice parla di identità, normalità e accettazione sociale: attraverso la rappresentazione di Keiko, il romanzo mette in discussione le aspettative sociali e sfida il concetto stesso di normalità. Murata offre uno sguardo profondo e penetrante nella psicologia di Keiko, permettendoci di vedere il mondo attraverso i suoi occhi e di apprezzare il suo modo unico di esistere.
La ragazza del convenience store è anche una riflessione interessante sulle sfide che molti affrontano nel cercare il proprio posto nella società e sulla necessità di abbracciare l’autenticità e la diversità.
Sayaka Murata ha creato un romanzo provocatorio che sicuramente non lascerà indifferente il lettore.

Titolo: La ragazza del convenience store
Autore: Sayaka Murata
Prezzo copertina: € 8.00
Editore: E/O
Collana: Tascabili e/o
Traduttore: Coci G.
EAN: 9788833573267
ISBN: 8833573265
Pagine: 176

Citazioni tratte da: La ragazza del convenience store di Sayaka Murata

Sagome umane passavano in fretta, al di là delle porte a vetri perfettamente pulite. E’ l’inizio della giornata, l’ora in cui il mondo si sveglia e i suoi ingranaggi si rimettono in moto.  Io stessa non sono altro che un minuscolo componente di quel meccanismo che gira senza mai fermarsi, in quell’intervallo di tempo che chiamiamo “mattina”. (pag 14)

«Irasshaimase! » gridai nel medesimo tono di prima, inchinandosi come da manuale e cominciando a scansionare i prodotti. In quell’istante, per la prima volta nella vita, assaporare la sensazione di aver trovato il mio posto nel mondo. Sono nata, finalmente! pensai entusiasta. Quello fu il primo giorno della mia nuova vita come “normale” componente degli ingranaggi della società. (pag 28)

Dall’altra parte era una commessa perfetta perché applicavo alla lettera le istruzioni di un manuale, ma non avevo la più pallida idea di cosa significasse essere una “persona normale” al di fuori del mio Kombini, senza niente e nessuno che mi dicesse cosa fare. (pag 30)

Dopotutto è così, influenzandosi l’un l’altro preserviamo il nostro status di esseri umani. (pag 35)

La società moderna è una grande illusione. È cambiata solo la facciata, in realtà siamo rimasti alla preistoria, all’epoca di Jomon! Quando all’uguaglianza tra i sessi, sono solo parole al vento. (pag 75)

In questo piccolo mondo che si regge sulla normalità gli elementi estranei devono essere eliminati, uno dopo l’altro, in silenzio. Le presenze anomale. Vanno scartate. (pag 86)

Le persone “normali” adorano giudicare le persone “anormali”. (pag 125)

Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro

 

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