Recensione film “Sami Blood” per la regia di Amanda Kernell
Razzismo in Svezia
Stiamo scoprendo col cinema episodi di razzismo fuori dalle rotte note, dal doc “The act of killing” (purga anticomunista in Indonesia) a “Loving” (il matrimonio misto dei Loving in Virginia). Qui siamo in Svezia, anni ’30, tra i sami emarginati in comunità poverissime, ritenuti intellettualmente inferiori se non incapaci, da cui la goffa, ma determinata Elle Marja si svincola per studiare, accettata e poi respinta da un rampollo di famiglia borghese, estranea tra le coetanee, offesa e infine ostinata autrice del suo destino. Discendente di lapponi per pane di padre, la regista riesce a girare la solitudine come ribellione, la capanna in steppa e la città come risorse equivalenti e i viaggi come altalena tra rigetto e conquista di libertà. Da vedere.
Silvio Danese
Titolo originale: Sameblod
Nazione: Svezia, Danimarca, Norvegia
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 110′
Regia: Amanda Kernell
Cast: Lene Cecilia Sparrok, Mia Erika Sparrok, Maj Doris Rimpi, Julius Fleischandrl, Olle Sarri, Hanna Alström, Malin Crépin, Andreas Kundler, Ylva Gustafsson