«Ciò che governa questo paese si trova al di là di ogni istituzione, professore. Nulla è come sembra, in questo piccolo cumulo di anime. Da tempo immemore, forse dalla sua stessa nascita, esso non è che l’equivalente del vuoto riflesso di uno specchio: un’immagine simile al vero, ma del tutto illusoria. É un po’ come il principe descritto da Macchiavelli: un simulatore e dissimulatore di sé stesso. Mostra ciò che non è, e non mostra ciò che è».
“Dov’era il Bene, dove il Male, in quella scacchiera disordinata?”
Già dalle prime pagine di Ordo Mortis, si viene catturati dalla eccellente narrazione.
La trama è quella di un giovane insegnante che si trova a dover svolgere il suo primo impiego in un paesino alquanto “strano” dell’entroterra calabrese. Già, nel percorrere a piedi la via che lo conduce all’appartamento in affitto, incontra individui un pochino eccentrici che diffondono sensazioni non del tutto confortevoli, infatti il protagonista si troverà nel dentro di un giallo familiare dai colori macabri allargato all’intero paese.
Chi mi legge sa benissimo che non amo dilungarmi nelle trame, perché resto sempre dell’avviso che il libro va letto da ognuno in toto per viverne a pieno le vibrazioni emotive che la storia emana.
Ordo Mortis è una perfetta via di mezzo tra esoterismo e thriller, ma con una caratterista diversa dai due generi, la narrazione, che è, a mio avviso, leggiadra e a tratti forse un po’ poetica. Una narrazione che non dà fastidio anzi ammorbidisce la storia che in alcuni momenti descrive eventi forti.
La costruzione del romanzo è senza dubbio ben fatta, ma nello scorrere le pagine ho avuto la sensazione di una gran fretta da parte dell’autore nel voler terminare il romanzo, ed è un vero peccato perché alcuni passaggi potevano essere approfonditi e avrebbero creato la suspense necessaria per rendere veritiera quell’omertà che si celava da anni e anni.
I personaggi sono descritti in maniera eccellente e ognuno riveste un ruolo ben preciso, i tratti psicologici ben delineati e credo che questo non sia per nulla cosa facile, soprattutto in un romanzo breve (153 pagina).
Il tema affrontato è quello della vita e la morte, e come diceva Euripide: “Chi può sapere se il vivere non sia morire e se il morire non sia vivere?”.
«La Morte, professore. Adoravano la Morte! Tutti quanti! Venivano presi con la forza, ma finivano per adorarla veramente. D’altronde, non c’è altra certezza, a questo mondo se non quella di dover morire. Essa accomuna tutti, senza far distinzione di razze, religioni, convinzioni filosofiche… età. Muore tanto il ricco quanto il povero, tanto lo sciocco quanto il saggio, tanto il vecchio quanto il pargolo. Una perfetta superiorità, i non trova, professore?»
Concludendo per molti versi il libro non mi è dispiaciuto, ma come dicevo prima, tutto è troppo frettoloso, l’editing non ha fatto molto bene il suo lavoro e la frenesia dell’autore nel terminare hanno penalizzato di molto il risultato finale, anche se sono convinta che Salvatore Conaci è da tenere sott’occhio perché, nonostante la giovinezza stilistica, è una bella penna.
Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro
Titolo: Ordo mortis
Autore: Salvatore Conaci
Prezzo copertina: € 17.00
Editore: WritersEditor
Data di Pubblicazione: giugno 2018
EAN: 9788831962001
ISBN: 8831962000
Pagine: 160
Salvatore Conaci nasce a Catanzaro, nel ’90. Conseguita la maturità scientifica, coltiva gelosamente, e con passione, una cultura quasi prevalentemente umanistica ed esoterica. Laureato in Lettere Moderne, attualmente studia Filologia Moderna. “Perle nere” (Montedit, 2015) è il suo lavoro d’esordio. Dopo una breve collaborazione con la rivista Luoghi Misteriosi, scrive, ora, per 900letterario.