A volte Rol permetteva a qualcuno di tenerli e al¬lora, per questo motivo, scriveva di suo pugno Hom-mage à… esperimento effettuato il… e la data.
Altre volte, con nostro grande rincrescimento, riceveva l’ordine di distruggerli.
Quando si presentava Napoleone, si faceva sempre precedere dal conte Henri Bertrand, suo generale e il suo più fedele amico, che annunciava l’arrivo dell’imperatore.
Con lui, con Picasso, con Chagall, parlava sempre in francese.
Non c’era proprio da meravigliarsi di nulla, tutto ciò che sembrava impossibile diventava normale.
Dopo il prodigio Rol soleva ripetere con molta umiltà come una preghiera: “Mi sento di ringraziare Iddio delle possibilità che mi dona, commosso e confuso, perché indegno di tanta grazia”.
Passato il primo momento di stupore, affascinati dall’evento a cui avevamo appena assistito, ci sentivamo leggeri, più buoni, provavamo un sentimento profondo e indefinibile di pace con noi stessi e col mondo intero.
L’atmosfera era calda e gioiosa, Rol era radioso, però allo stesso tempo molto affaticato. Questi esperimenti richiedevano un grande dispendio di energie.
Allora noi, che eravamo ormai di casa, andavamo a
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