Radio Libertà. Dalla radio della Resistenza alla resistenza delle radio
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operaia, riconosciamo la tragedia degli avvenimenti sofferti. Granelli fu arrestato in caserma, a Pola, il 9 settembre 1943 iniziando, di fatto, una drammatica odissea: innumerevoli traversie subite da un campo di concentramento ad un altro, la perdita degli amici, lo smarrimen¬to, l’umiliazione. Il ritorno a casa, per chi come Granelli ha resistito all’inumana condizione dei lager, ha il sapore amaro dello smarrimen¬to: “Il villaggio (Sesto San Giovanni) ha il suo aspetto di sempre, ma gli ultimi tre anni hanno scavato il loro segno. Ci sono i vuoti, ci sono i morti, i deportati a Mauthausen che non torneranno più. E morto il Peluc, straziato dai fascisti. Sono morti Luciano Migliorini e Pantaleo De Candia, fucilati dai militi neri davanti al Tripoli, ci sono ancora i buchi nel muro”. Nell’estate del 1943 la liberazione di parte del territorio italiano consentì la nascita di altre “voci” nell’etere. La ritirata verso il nord, di repubblichini e nazisti, e la conseguente “occupazione”, da parte delle forze antifasciste italiane e degli alleati, delle sedi EIAR, permise l’av¬vio di altre emittenti radiofoniche. Radio che, in questa sede, verranno brevemente ricordate prima di approdare agli anni 70, quando si creò una nuova forma di resistenza nell’etere. Già dal 1930 il governo fascista aveva fatto approvare una legge per impedire ai radioamatori di utilizzare liberamente il mezzo radio¬fonico. Bruciava ancora la “beffa di Nizza” del 1926 quando il giovane avvocato Sandro Pertini, con un piccola trasmittente, aveva inviato messaggi antifascisti verso la costa ligure. Anche se le leggi e i man¬ganelli fascisti non volevano il “libero pensiero”, c’era chi, in qualche modo, come precedentemente evocato, aggirava l’ascolto proibito. Coloro che si trovarono, nel settembre del 1943, in quella parte di Ita¬lia libera ma non ancora del tutto liberata, sperimentarono per primi quanto fosse coinvolgente andare oltre a tutte quelle regole imposte dal fascismo. Furono, in generale, trasmissioni radiofoniche inizial¬mente molto caute, quasi estranee alla lotta antifascista e, in alcuni casi, fìlomonarchiche. La stazione radiofonica di Palermo, prima in ordine temporale ad essere attivata, nacque dalle ceneri di una stazione EIAR avviata nel 1931 e distrutta durante la guerra. Gli alleati predisposero, con ap¬parecchiature improvvisate e militari, il “primo avamposto dell’Italia liberata”. Radio Palermo iniziò a trasmettere il 6 agosto del 1943, sotto la supervisione del sergente del Psychological Warfare Branch (PWB), Mischa Kametzki, ebreo polacco conosciuto con il nome di Ugo Stille. Inizialmente le ore di durata delle trasmissioni erano quattro, ma già 69 |
Titolo: Radio Libertà. Dalla radio della Resistenza alla resistenza delle radio
Autore: Michele Anelli
Editore: Vololibero
Data di Pubblicazione: Febbraio 2013
Prezzo: € 14.00
ISBN: 8897637124
ISBN-13: 9788897637127
Pagine: 128
Reparto: Cinema e spettacolo > Radio