Polemiche. 1947-1961
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Delly: centosessantamila copie all’anno. Lavoro, esercizi… La gente è troppo occupata, prima dalle Chiese, adesso dalla politica. Questo paese perde forza, ascendente. Dopo il ’14-18 prestigio della vittoria… adesso… un bel niente. Si evitano gli sforzi. Prestigio delle Lettere, delle Scienze, delle Arti… non esiste proprio. C’è soltanto il prestigio della guerra che si è appena vinta e quello di quella che si spera vincerete voi. Ciò che conta è la forza. La mia conclusione disincantata… occorre un rifacimento completo della moralità della gente. Una botta di Savonarola. Io faccio quel che posso per so¬pravvivere… ho fatto la follia di insorgere contro la guerra. Perdio, come se la sono presa con me! E come ce l’hanno ancora! E una follia… giovinezza persistente.
Ci sono cinque o sei autori che tirano più degli altri e di cui non si parla, che non hanno mai un rigo dalla critica. Delly: senza pubblicità, se non dalla domestica o dalla padrona. Grana e sesso. Montaigne, ai suoi tempi, era letto soltanto da pochi. Molière non scriveva per i soldi ma per la Corte. Villon scriveva per la polizia, era un confidente. Un figlio di grossi commercianti ha delle chance in letteratura. Pochissimi hanno il gusto della ricerca per l’e¬stetica. Da sei a ottomila persone sono interessante…69
Titolo: Polemiche. 1947-1961
Traduttore: Bruno F.
Editore: Guanda
Collana: Piccola biblioteca Guanda
Prezzo: € 12.50
Data di Pubblicazione: Aprile 2010
ISBN: 886088442X
ISBN-13: 9788860884428
Pagine: 120
Reparto: Studi letterari