Recensione film “Pipì Pupù e Rosmarina in Il Mistero delle Note Rapite” per la regia di Enzo D’Alò
FANTASIA A COLORI LA FIRMA È D’ALÒ
Sembra un’animazione di ritagli, pezzi di libro illustrato d’altri tempi, così intensamente piatto che rimette in gioco, anzi quasi rivendica, al tempo degli ologrammi pesanti del 3D, una purezza pittorica colta e popolare, segni espressionisti e decò (di Annalaura Cantone). La musica. E il nastro su cui viaggia la storia dei tre animaletti a caccia delle note perdute di un concerto di Ferragosto composto dal genitoriale Mapà (voce di Giannini, un canto pastoso a suo modo). Per scovare i fa i sol, i mi e i do, il trio inscena celebri opere, visto che le note sono attratte dalle note… Tra “L’italiana in Algeri” di Rossini e “Lo schiaccianoci” di Cajkovskij la favola sembra vincolata ai minori di 7 anni, ma incanta ogni piccolo grande uomo. Dal regista di “La gabbianella e il gatto”.
Titolo originale: Pipì Pupù e Rosmarina in Il Mistero delle Note Rapite
Nazione: Italia, Francia, Lussemburgo
Anno: 2017
Genere: Animazione
Durata: 82′
Regia: Enzo D’Alò
Cast: (voci originali); Giancarlo Giannini, Francesco Pannofino, Maricla Affatato