Non c’è né passato né futuro nell’arte. – amava sottolineare – Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non ha significato. (Pablo Picasso)
Un genio senza pari, capace di sperimentare senza porsi confini o limiti ideologici, curiosissimo, artefice di meravigliose ricombinazioni sulla tela, materico nell’abilità delle arti quali ceramica e scultura, poiché la sua poliedricità andava oltre la pittura cui deve in primis la sua immensa e meritatissima fama.
Picasso. La metamorfosi della figura è la mostra, come sempre splendidamente allestita, dedicata dal MUDEC di Milano al grande andaluso (nome completo Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno Maria de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz Picasso) e visitabile sino al 30 giugno.
Un viaggio nella genesi della sua arte, nutrita di originalità propria e di influenze disparate fra cui le suggestioni dell’arte primitiva (africana od oceaniana), e negli sviluppi intellettuali ed esistenziali. “Picasso non considerava come ‘primitiva’ l’arte che lo ispirava, che muoveva la sua mente creativa in un desiderio inarrestabile di aprire nuove strade, non vedeva un ‘prima’ e un ‘dopo’ nell’arte, non c’era un’arte “altra”, “diversa”: Picasso la concepiva come un Tutto senza tempo.”
Non solo arte africana tuttavia nelle esplorazioni di Pablo, ma anche l’arte neolitica e proto-iberica (Spagna preromana) o quella egizia e greca. Metamorfosi è il sostantivo giusto per definire il complesso, prezioso e affascinante itinerario picassiano, peraltro giunto molto giovane (e squattrinato) a Parigi. Metamorfosi ed Eros come forza vitale ed energia creativa, quel che lo contraddistingueva.
Sono quaranta le opere del Maestro di Malaga esposte nel percorso del MUDEC – dipinti e sculture – nonché disegni e bozzetti. Dalla Femme nue (1907, olio su tela, Museo del Novecento, Milano), propedeutico al capolavoro rappresentato da Les Demoiselle d’Avignon, alla Femme assise-Donna seduta (1917, olio su tela, Museu Picasso, Barcellona), dalla Femme assise dans un fauteuil rouge-Donna seduta su una poltrona rossa (1918 circa, olio su tela, collezione privata) alla Testa di donna (1926, olio su tela, collezione privata) e al Nu dormant-Nudo dormiente (1954, olio su tela, collezione privata), in un fecondo dialogo con maschere e statue (o statuette) fonti di perenne e imprevedibile ispirazione. “In un gioco di specchi e rimandi che dal più remoto passato guarda al contemporaneo la selezione della produzione del Maestro spagnolo presentata in mostra è in dialogo con un corpus di fonti antiche e reperti archeologici ed etnografici. La mostra, dunque, guarda al primitivo per spiegare come l’opera di Picasso abbia affondato le sue radici nel passato, ma guarda anche al presente per fornire una chiave di lettura della evoluzione della pittura contemporanea e delle nuove generazioni di artisti africani che si sono trovati a confrontarsi con il genio spagnolo, e ne hanno assorbito/rifiutato – sicuramente rielaborato – il suo linguaggio e la sua visione.”
Di sicuro e formidabile impatto visivo, eccellente ausilio alla fruizione della mostra, anche le videoinstallazioni allestite da Storyville e intitolate A Visual Compendium (“l’atlante dinamico della costellazione Picasso: da Malaga all’Esposizione Universale del 1900. Malaga, Barcellona, Parigi e ritorno, l’arte iberica e i grandi maestri dell’arte spagnola e quella classica, il paesaggio dell’Ebro e la polvere dell’arena, l’importanza della lotta in una terra che come sport gioca con la morte”/“METAMORPHOSIS, una videoinstallazione dal contenuto originale in cui l’artista disegna, padrone assoluto di spazio e tempo, con segno frenetico, inarrestabile e necessario, traccia nel buio segni e linee luminose in una sorta di automatismo demiurgico. Nessuna figurazione, nessuna rappresentazione solo il suo gesto irrefrenabile e magico”).
“Molti esperti chiamano “metamorfosi” le creazioni di Picasso a partire dal 1925 e fino alla fine della sua vita. Questa classificazione include tutte le rappresentazioni di forme morbide o tettoniche, biomorfe o massicce, organiche e casuali, non imitative e decisamente lontane dall’illusione e dalla rappresentazione mimetica.”
L’esposizione si divide in sei sezioni: Uno sguardo verso altre culture (con fotografie di opere del Picasso collezionista e del suo studio); 1906-1907. Les Demoiselles d’Avignon (con il Quaderno n. 7, la Femme nue, una maschera Suruku, un reliquiario Kota, una scultura Dogon e un’altra di Tellem); 1908-1927. Cubismi (un autentico “realismo concettuale”); Dagli anni Venti alla Seconda Guerra Mondiale; Metamorfosi della figura (opere fra gli anni Trenta e i primi Settanta); Picasso e l’arte africana (nel gioco di un’attrazione non univoca, ma reciproca, sono esposte opere del beninese Romuald Hazoumè, del mozambichiano Gonçalo Mabunda e del congolese Cheri Samba).
Quando ho scoperto l’arte nera, quarant’anni fa, e ho dipinto le opere che chiamano appunto del periodo della mia “arte nera”, era per oppormi a quello che chiamavano ‘bellezza’ nei musei. In quel momento, per la maggior parte delle persone, una maschera nera era solo un oggetto etnografico. Quando sono andato per la prima volta con Derain al museo del Trocadero, un odore di muffa mi ha preso alla gola. Ero così depresso che avrei voluto andarmene subito. Ma mi sono forzato a restare. […] E allora ho capito che questo era il significato stesso della pittura. Non è un processo estetico; è una forma di magia che si interpone tra l’universo ostile e noi, un modo di catturare il potere, imponendo una forma alle nostre paure come ai nostri desideri. Il giorno in cui ho capito questo, ho saputo di aver trovato la mia strada (Françoise Gilot e Lake Carlton, Vivre avec Picasso).
Una mostra che colma la mente e si sedimenta nell’anima, ammirevole sorgente di innumerevoli riflessioni con un bello oltremodo appagante.
Alberto Figliolia
Picasso. La metamorfosi della figura, a cura di Malén Gual e Ricardo Ostalé. Mostra prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura, con il contributo di Fondazione Deloitte, Institutional Partner e con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia. MUDEC-Museo delle Culture, via Tortona 56, Milano.
Infoline: tel. 0254917 (lun-ven 9-18).
Sito Internet: www.mudec.it; e-mail info@mudec.it.
Orari: lun 14,30-19,30; mar, mer, ven e dom 9,30-19,30; gio 9,30-22,30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura.
Catalogo: Picasso. La metamorfosi della figura.