Recensione film “Petit Paysan – Un eroe singolare” per la regia di Hubert Charuel
LA CAMPAGNA È CRUDELE
Forse solo dal paese di Becker, del “Farrebique” di Rouquier e di Pagnol poteva uscire questa tranche-de-vie contadina avvitata però alla moderna crudeltà della sopravvivenza del lavoro in fattoria tra epidemie animali, norme sanitarie e ossessioni di resistenza. Già un po’ paranoico da dedizione per le sue mucche (le sogna in cucina mentre si fa il caffé), il 35enne Pierre (il magro, un po’ “psycho” Artaud) arriva a nascondere anche alla sorella veterinaria l’infezione che sta uccidendo il bestiame dell’azienda di famiglia vicino a Reims. Lotta impari contro la malattia, ma anche toccante immersione (primi piani, passaggi di sguardi, pesi e contatti) nei tempi, nei riti, perfino nella particolare sensualità dell’allevatore col bestiame. È anche un film sulla perdita di una professione. Tre Cesar.
Silvio Danese
Titolo originale: Petit Paysan
Nazione: Francia
Anno: 2017
Genere: Drammatico
Durata: 90′
Regia: Hubert Charuel
Cast: Swann Arlaud, Sara Giraudeau, Isabelle Candelier, Bouli Lanners, Valentin Lespinasse, Clément Bresson, Marc Barbé, Jean Charuel, India Hair, Julian Janeczko