CineRecensione: Peregrin and the Giant Fish-A Marionette Opera


Un’opera deliziosa, delicata, gentile, ad altissimo tasso di artisticità e poeticità. Peregrin and the Giant Fish-A Marionette Opera riesce a coniugare l’antica arte delle marionette con una partitura musicale stupenda e meravigliose voci liriche, con scenografie affascinanti e una scrittura senza fronzoli e, nel contempo, preziosa, una mescolanza perfetta per una favola senza tempo, per un sogno, un’utopia, un viaggio fantastico verso un mondo bello e giusto.
Peregrin and the Giant Fish-A Marionette Opera  è un racconto in musica ispirato alla favola (titolo originale Die Fischreise) scritta e illustrata, nel 1923, da una nipote di Sigmund Freud, Tom Siedmann-Freud. Ripescata dai cassetti dell’oblio da James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera, ne è emersa infine una pellicola della durata di 50` che tocca l’anima e lascia felicemente smarriti, in preda a uno stupore senza età.
Per realizzare questo film si sono alleate, sotto l’egida braidense, le più varie arti: musica e canto, marionettistica, scenografia, scrittura, per un risultato sorprendente, commovente. Peregrin sogna di abbandonare una terra in rovina, viaggiando sul dorso di un pesce gigante – Nickeling il suo nome – per approdare a un’isola utopica dove tutti aiutano tutti, dove non esistono la corruzione del denaro, l’egoismo, l’avidità, dove la gioia, la serenità e la felicità sono possibili. In apparenza molto semplice, invero la narrazione – il libretto è per mano di Bradburne – si sviluppa adombrando temi complessi, ma le vicende si dipanano con tale armonia da incantare lo spettatore scuotendolo dolcemente nel profondo e facendolo meditare sulle vere necessità dell’esistere. Concepito negli anni della Repubblica di Weimar, dopo il terribile bagno di sangue della Prima guerra mondiale, mentre i fascismi già vagivano tremendi,  Die Fischreise era una risposta alle inquietudini e alle paure, un messaggio di bellezza e di speranza.
Il film sarà proiettato al Cinema Anteo dal 26 al 28 dicembre e dal 30 dicembre sarà disponibile sulla piattaforma BreraPlus, canale in Streaming della Pinacoteca di Brera. Il progetto si inserisce nel panorama delle iniziative della Pinacoteca e, nello specifico, di Brera/Musica, nata nel 2016, che sotto la guida del Maestro Clive Britton coltiva l’intento di mostrare quanto siano collegati i linguaggi della musica e dell’arte.
“Ho concepito la musica contemplando le splendide illustrazioni della Seidmann-Freud, efficacemente evocate dal libretto di James Bradburne – afferma il compositore Andrea Melis – Ne è scaturita una girandola di immagini sonore eterogenee, concise, ciascuna dotata di un carattere a sé stante, a volte molto sagomato e netto, ispirato al testo dell’illustratrice. Scrivendo, ho provato a ricordare e ricreare l’ingenuo stupore e l’emozione della mia adolescenza, nello scoprire gli innumerevoli volti della musica del Novecento. Quello di Peregrin è perciò un breve ed adolescenziale viaggio sentimentale attraverso le sonorità del secolo trascorso, col suo febbrile appropriarsi del tempo e dello spazio, dell’arte sottile del contrappunto antico, dell’ipoteca sul futuro, dei ritmi, dei timbri, dei linguaggi, dei canti e dei suoni di altre culture”.
A creare quest’opera – una produzione originale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense – hanno contribuito molti artefici: dal deus ex machina del progetto, l’immaginifico James Bradburne, al regista Francesco Fei, abilissimo ad amalgamare e dirigere tutte le disparate componenti; da Franco Citterio e dalla Compagnia Marionettistica Carlo Colla & Figli (marionette e sculture) alla scenografia di Sara Saponaro e dei Libri Finti Clandestini; e i soprani Sophie Gallagher, Jung Min Kim, Claudia Caffagni, Chiara Rebaudo, e il basso Daniele Picciré. Ma è davvero impossibile citare tutti. Basti dire che la sinergia è stata magica e il prodotto di quest’empatia è un diamante di emozioni.
Aggungiamo una nota importante: “… quest’opera NON è solo per bambini  e il film non è destinato esclusivamente a un pubblico di bambini. All’epoca in cui fu scritta la storia originale, nel 1923, le marionette erano considerate una forma d’arte per adulti e utilizzate dalla maggior parte dei principali artisti d’avanguardia come mezzo sperimentale. Le marionette furono utilizzate in teatro e al cinema da registi come Meyerhold, Diaghilev ed Eisenstein, da artisti come El Lissitzky, Picasso, Miró e da scrittori come Maeterlink, Schnitzler, Jarry, Rostand e Cocteau. Il concetto chiave è l’inquietudine o il carattere ultraterreno della marionetta – in tedesco Unheimlich, un termine spesso usato da Freud”.
Peregrin and the Giant Fish ha le stimmate di un piccolo capolavoro, una commistione magica di elementi, fra secolare sapienza artigiana, raffinatezza artistica e suggestioni che solleticano e sollecitano sensi, cuore, mente.

Alberto Figliolia

 

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