Recensione film “Per mio figlio”, regia di Frédéric Mermoud
Se il giustiziere è donna
La morte di un figlio il giorno dopo. Giallo psicologico di lago e brume, borghesia e insinuazioni. A Losanna, ossessionata dalla fuga del pirata della strada che le ha tolto il ragazzo, Diane (una Devos impegnata a deformarsi di sconcerto) fugge dalla clinica dove sta curando la depressione. Con unaj)istola in tasca, appena oltre il confine francese cerca e trova la Mercedes responsabile dell’incidente mortale. Chi guida ora la guidava davvero anche quella notte? Personaggi secondari crescono… Il faccia a faccia tra due madri vorrebbe diventare il vero tema
intrigante, l’investigazione segue una geometria coerente, l’atmosfera è più importante della suspense, la voglia di vendetta si colora d’ambiguità, ma il regista Mermoud non è Chabrol. Dal romanzo di Tatiana de Rosnay “Moka”.
Silvio Danese
Titolo originale: Moka
Nazione: Francia, Svizzera
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 90′
Regia: Frédéric Mermoud
Cast: Emmanuelle Devos, Nathalie Baye, David Clavel, Diane Rouxel, Samuel Labarthe, Olivier Chantreau, Jean-Philippe Écoffey, Marion Reymond, Paulin Jaccoud