Recensione film “Paradise” per la regia di Andrey Konchalovskiy
OLTRE IL LAGER NELL’ALDILÀ
Voci da un ironico paradiso per raccontare l’inferno di un campo di concentramento. Tre personaggi in faccia allo spettatore: un poliziotto collaborazionista, un’aristocratica russa destinata al gas e un arianissimo nazista che, innamorato, vuole salvarla. Sono morti. La tranche di vita che li unisce passa un po’ nel già-visto della cosiddetta “banalità del male”, tra ricordi di libertà e stragi d’umanità. Tuttavia, i punti di vista da trapassati davanti al giudice supremo (dio, la cinepresa, il pubblico) creano un brechtiano . “straniamento”, una rinnovata presa d’atto delle singole vicissitudini. Film intenso, in rima col documentario “Austerlitz” (girato a Dachau) di Losnitza sul turismo d’Olocausto. Efficace, paradossale quanto paradossali siamo diventati nel confondere la memoria con la vanità.
Silvio Danese
Titolo originale: Ray
Nazione: Russia, Germania
Anno: 2016
Genere: Drammatico, Guerra
Durata: 130′
Regia: Andrey Konchalovskiy
Cast: Yuliya Vysotskaya, Christian Clauss, Philippe Duquesne, Peter Kurth, Jakob Diehl, George Lenz, Thomas Darchinger