Recensione: Osamu Dazai – Lo squalificato


“Lo Squalificato” (Ningen Shikkaku in giapponese) è un romanzo di Osamu Dazai, uno degli scrittori giapponesi più noti e influenti del XX secolo, il libro segue la vita di Yozo Oba, un uomo giapponese nato in una famiglia benestante. Sin dalla giovane età, Yozo ha difficoltà a relazionarsi con gli altri e a comprendere il comportamento umano, per proteggersi dal dolore e dall’alienazione, indossa una maschera sociale, mostrandosi come un buffone per nascondere il suo vero sé.
La scelta narrativa dell’autore è organizzata come il diario di Yozo, che racconta episodi significativi della sua vita dall’infanzia all’età adulta, così seguiamo il protagonista mentre si immerge in una spirale di autodistruzione, abusando di alcool e droghe e coinvolgendosi in relazioni sentimentali dannose. La sua incapacità di stabilire connessioni autentiche con gli altri lo porta a una profonda solitudine e a una crescente sensazione di squalifica come essere umano.
Il susseguirsi di una serie di eventi tragici, porta Yozo a perdere  tutto ciò che gli è caro, incluso il suo status sociale, famiglia e amicizie. Alla fine, si trova in una condizione di totale disperazione, lottando per trovare un senso alla sua esistenza.
“Lo Squalificato” è un’opera potente per la profonda introspezione sulla natura umana e la disperazione esistenziale, Dazai attinge dalle sue esperienze personali per dare vita al personaggio di Yozo, offrendo un resoconto sincero e spesso sconcertante della mente di un uomo in crisi esistenziale.
L’autore descrive mirabilmente il disagio mentale del protagonista (o di se stesso, visto che sembra essere un’opera autobiografica); Oba Yozo descrive la sua personalità come “una malattia”, e in diverse occasioni nel romanzo, fa riferimento alla sua condizione mentale. Oba Yozo racconta di come, durante la sua infanzia, abbia sofferto di forti attacchi di panico e di ansia, che lo portavano a sentirsi paralizzato e incapace di muoversi. Inoltre, nel corso del romanzo, l’autore fa riferimento all’incapacità di mostrare la sua vera personalità agli altri, e alla sensazione di essere costantemente in conflitto con se stesso.
Il libro presenta una visione cupa della condizione umana, esplorando la fragilità delle relazioni umane e la difficoltà di trovare autenticità in un mondo dominato dalle convenzioni sociali. La prosa di Dazai è intensa e lirica, catturando con maestria la disperazione che pervade la vita di Yozo.
“Lo squalificato” si trasforma nel ritratto di un’esistenza colma di delusioni che giunge inesorabilmente al vuoto.
Nonostante la cupa visione della vita, il romanzo offre un’opportunità per comprendere le sfide che si celano dietro la ricerca di dare un senso all’esistenza stessa. Sebbene non sia una lettura leggera, “Lo Squalificato” è un’opera che merita di essere letta.

Titolo: Lo squalificato
Autore: Osamu Dazai
Prezzo copertina: € 10.00
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale economica
Edizione: 2
Traduttore: Bonsanti M.
Data di Pubblicazione: 12 settembre 2017
EAN: 9788807889998
ISBN: 8807889994
Pagine: 150

Citazioni tratte da: Lo squalificato di Osamu Dazai

Perché gli esseri umani debbono consumare tre pasti ogni giorno che passa? Che facce strane, solenni fanno tutti quanti mentre mangiano!  (pag 17)

Niente mi era più difficile da capire e mi riusciva più sconcertante, niente più si riempiva di sottintesi minacciosi come questo luogo comune, che “gli esseri umani lavorano per procacciarsi il pane, perché se essi non mangiano, muoiono.” (pag22)

…ma è proprio questo che non capisco: se i miei simili riescono a sopravvivere senza uccidersi, senza impazzire, conservando il loro interesse per i partiti politici, non cadendo in balia dello sconforto, proseguendo con animo risoluto la lotta per l’esistenza posson essere realmente genuine le loro pene? Sbaglio se penso che questi individui son divenuti degli egoisti così inveterati, e talmente convinti della normalità del loro tenor di vita, che non hanno dubitato di sé un solo istante? (pag22/23)

Pensavo: ”Fintanto che potrò farli ridere, non importa in che modo tutto andrà liscio. Purché ne sia capace. È probabile che gli esseri umani non badino troppo se rimango estraneo alle loro vite. L’unica cosa che debbo evitare è di riuscir molesto ai loro occhi; sarò nulla, sarò il vento, il cielo.” (pag25)

Ho l’impressione, inoltre, che molte donne siano state capaci di subodorare per via d’istinto questa mia solitudine, benché io non la confidassi a nessuno, e che sarebbe diventata negli anni a venire una delle cause per cui la gente si approfittò di me nei modi più svariati.
In me le donne scoprivano un uomo che sapeva serbare un segreto d’amore. (pag34)

Si sente inoltre parlare di “coscienza criminale.” Per tutta la mia vita, in questo mondo d’esseri umani, non ho smesso di venir torturato da una coscienza simile, ma è stata la mia fedele compagna, come una moglie nella povertà, e nei due insieme, soli soletti, ci siamo abbandonati ai nostri miserandi piaceri. (pag 59)

Katia Ciarrocchi
© Redazione Lib(e)roLibro

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