Cinema: Nebbia in agosto di Kai Wessel


Recensione film “Nebbia in agosto” di Kai Wessel

IL RAGAZZINO E L’OLOCAUSTO
Un altro tassello dell’immenso, tragico affresco dell’Olocausto degli “indesiderabili”. Scompaiono i testimoni, restano i film. Dalla storia vera di Ernst Lossa, ragazzino jenisch (popolazione nomade come Rom e Sinti) orfano di madre: sano e vivace, rinchiuso nell’ospedale psichiatrico di Kaufbeuren, sotto i bombardamenti finali della guerra scopre la gentile “banalità del male” del direttore (Koch fa venire i brividi), che persegue il famoso Decreto Eutanasia sui degenti. Per cercare la giusta distanza, la regia (Wessel di “Hilde) perde un po’ di personalità e profondità. Sono nella tradizione del “genere” le concessioni romanzesche (l’amorino tra Ernst e una ragazzina, la rivolta della mensa). Ma il passo del racconto resta coinvolgente e illuminante, luce terribile, resoconto necessario.

Silvio Danese

Titolo originale: Nebel im August
Conosciuto anche come:
Nazione: Germania
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 126′
Regia: Kai Wessel
Cast: Sebastian Koch, Fritzi Haberlandt, Henriette Confurius, David Bennent, Karl Markovics

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