Non avevo il coraggio di vivere è il primo libro di Matteo Priora, è un’opera autobiografica che ho apprezzato in parte, riconoscendo all’autore il coraggio di mettere su carta una parte così dolorosa della sua vita.
Ho trovato l’esposizione inizialmente molto interessante, perché l’autore dimostra una notevole maturità narrativa, tentando di coinvolgere il lettore rivolgendosi direttamente a lui, e spiegando un passaggio fondamentale della sua adolescenza con cui molti potrebbero identificarsi. Tuttavia, proseguendo con la lettura, ho notato che l’autore ripete più volte i concetti fondamentali, rendendo l’esposizione arzigogolata e meno coinvolgente.
Alla base dell’autobiografia c’è l’accettazione del proprio orientamento sessuale, un percorso molto difficile e complesso per molti adolescenti. L’identità sessuale è una parte importante della vita di ognuno, ma può essere difficile da comprendere e accettare quando si è giovani e ancora in fase di scoperta di sé stessi.
Matteo si rende conto di avere un’attrazione sessuale per lo stesso sesso durante l’adolescenza, l’omofobia è purtroppo una realtà ancora troppo presente nella società, il che rende difficile per Matteo, per gli adolescenti in generale, fare coming out con familiari, amici e via dicendo. Il coming out è un momento molto personale e delicato, può portare grande sollievo e libertà, ma può anche causare stress, ansia e persino ostracismo: l’idea di non essere accettati o amati per ciò che si è può essere spaventosa e scoraggiante.
È questo uno dei motivi in cui molti adolescenti scelgono di nascondere la loro identità sessuale, anche se questo può causare problemi di salute mentale e isolamento sociale; la discriminazione, la violenza e il bullismo è parte integrante di “Non avevo il coraggio di vivere”, situazioni che portano in Matteo un’ulteriore difficoltà nell’accettazione di sé stesso.
Matteo, ormai adulto ha la forza di riconoscersi e fare coming out e da lì l’incontro con l’amore, ma la vita porta con sé oltre alla bellezza, prove da affrontare e Matteo si troverà a scontrarsi con la malattia del suo compagno.
La cosa che ho trovato pesante, fino a farmi pensare di non portare avanti la lettura, e che l’ autore fornisce troppe spiegazioni sulla natura degli stati d’animo e dei concetti che sta descrivendo, invece di lasciarli emergere naturalmente attraverso l’esperienza del personaggio, impedendo così al lettore di immergersi completamente nella storia e di trarne il massimo beneficio. Il lettore, a mio avviso, ha bisogno di entrare in empatia con il personaggio o di trarre conclusioni personali sulla narrazione, ed è questo quello che è mancato a me.
Titolo: Non avevo il coraggio di vivere
Autore: Matteo Priora
Prezzo copertina: € 16.00
Editore: Catartica
Data di Pubblicazione: 11 maggio 2021
EAN: 9788885790599
ISBN: 8885790593
Pagine: 220
Citazioni tratte da: Non avevo il coraggio di vivere di Matteo Priora
E che cos’era per me la normalità, allora?
La risposta, oggi, è piuttosto semplice: la paura. In tutte le sue angoscianti forme. (pag 5)
…mi convinsi definitivamente che era la mia visione a dover cambiare, e solo quella; non ero in grado di alterare quella del mondo intero, non potevo cambiare in alcun modo quella della gente che mi circondava. (pag 76)
E proprio in quel momento compresi che non è sempre necessario domandarsi il perché, che spesso è del tutto superfluo caricarsi di complicati e sconosciuti percome. Fu con loro, in quel torrido pomeriggio di mezza estate, che io capii che proprio quando siamo disposti a donare tempo alle cose, quando siamo pronti a concedere spazio alla nostra persona, quanto ci permettiamo di crescere in naturalezza e di riconoscerci in completa onestà, assecondando i nostri ritmi, dando ascolto alle nostre passioni, ai nostri desideri e alle nostre emozioni positive, è proprio in quel momento che tutto prende forma. (pag 114)
Non è quindi un caso se, in una società dove tutto questo accade, diventa estremamente facile smarrirsi, perdersi lungo una strada che, curva dopo curva, si allontana sempre più dalla nostra. Ed è invece estremamente complesso vivere come il nostro io, come il nostro essere ci suggerirebbe di fare. (pag 115)
Un famoso adagio recita: «si diventa lo specchio di coloro con i quali si trascorre la maggior parte del proprio tempo. » (pag 181)
In questa nostra società superficiale e materialista, sarebbe forse importante non dimenticarsi mai di ammettere, partendo proprio dalla nostra individualità personale, per essere così in grado di non disdegnare nulla di quello che costruiamo dentro, di quello che, timorosamente, reprimiamo nel fondo del nostro animo. (pag 184/185)
Katia Ciarrocchi
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