Massimo Rossi – La luce nera della paura
Cos’è la luce nera della paura?
O meglio dove risiede la luce nera?
L’insondabile animo umano ne è il custode, il tedoforo che alla fine della maratona ne accende il sacro fuoco. La luce della paura è dentro ognuno di noi, pronta a ghermirci e sottrarci alla lucidità, perché la luce è l’ultima cosa che si vede prima del trapasso. Come si può contrastarla? Difficile a dirsi, forse solo con il pragmatismo e l’intuito dell’investigatore. Ad essa si oppone un commissario di quarant’anni, Rollo Weber con la sua teoria e i suoi grafici FRO, acronimo di furti, rapine, omicidi, disegna curve, interpreta segni, fà confronti con dati storici e stabilisce scenari. Con precisione quasi maniacale prevede, come un Nostradamus dell’indagine, quando un crimine verrà perpetrato.
“(…) Quella sera guardò con preoccupazione il grafico O. Ormai ci siamo, disse tra sé, lo vede anche un orbo. Da qualche parte, qualcuno sta preparando un bell’omicidio. (…)”
Questo è ciò che balza all’occhio dalla quarta di copertina del romanzo di Massimo Rossi, scrittore veneto cresciuto a calcio, la passione per gli orologi e la lettura. La luce nera della paura è il suo secondo noir, edito da Catrame. Una trama ben cucita tra Bolzano e la laguna veneta, tra boschi e campielli, tra marinai e militari Nato. Rollo e Helena Ziegler ex poliziotta con un passato fatto di ombre si buttano a capofitto in una storia brutale capace di scolorire l’isola di Burano e generare uno tsunami in laguna. I personaggi della vicenda sono ben costruiti, hanno quell’aspetto familiare che sembra che siano i nostri vicini di casa, soprattutto il commissario che con giacca e cravatta abbina un paio di scarpe da tennis per ogni occasione e ha la fissa delle calorie, un tutore della legge vagamente guascone, più vicino, per simpatia, all’ Ispettore Coliandro che a un “cogitoso” Montalbano.
“(…) Il commissario Rollo Weber, trafelato, piombò nella stanza scuro in volto, ma quando vide la donna addolcì l’espressione. Chissà perché, si era immaginato che la direttrice dei servizi sociali fosse una specie di madre superiora, austera e severa, una di quelle che portano le calze anche d’estate, non certo quella donna piena di grazia che gli stava esibendo il lungo collo, le braccia scoperte e perfino un bel pezzo di cosce sopra le ginocchia. Adocchiò anche, e ci rimase un po’ male, la fede d’oro all’anulare.(…)
Tutta la spy story, perché è una spy story è ben congegnata, descritta magistralmente con quel quid di particolari che, messi al posto giusto e momento opportuno, mostrano la maestria di Massimo nella ricerca delle cose. Purtroppo pecca un pochino sul finale( ma niente di che!!) il problema è solo il mio, non essendo molto amante del noir, mi aspetto finali con distruzioni dei cattivi e cataclismi che polverizzano il re malvagio. Massimo scivola un tantino nell’ovvio, ma a dirla tutta è così che doveva andare, senza tanti perché o per come, La luce nera della paura mi ha tenuto incollato alle pagine e questo deve bastare, non deve essere detto altro, un romanzo piacevole e in certi momenti, commovente e toccante, violento e divertente, insomma Massimo Rossi ci piace… continua così toso!
Titolo: La luce nera della paura
Editore: Scrittura & Scritture
Collana: Catrame
Data di Pubblicazione: 2015
Prezzo: € 14.50
ISBN: 8889682787
ISBN-13: 9788889682784
Pagine: 320
Reparto: Narrativa > Thriller