Cinema: Mal di pietre


Recensione film “Mal di pietre” di Nicole Garcia

La ribelle Marion come Adele H
Del bel romanzo di Milena Agus (prima un successo in Francia, poi in Italia), trasposto dalla Sardegna rurale alla costa francese, resta, anche nei tempi drammatici, il destino non riconciliato di una donna che reagisce con la fuga dalla realtà ai condizionamenti di genitori di cultura retrogada e conservatrice (e si sente la risonanza ideale con un’attualità non proprio di emancipazione). Anima ribelle e sognatrice in cerca di “amour fou” a fine anni ’50, Gabrielle rifiuta il marito imposto, gli nega affettività e sesso, e affida anima e corpo a uno sfinito militare d’Indocina incontrato alle terme durante le cure contro lo psicosomatico “mal di pietre”. Anche la nascita di un figlio non è quel che sembra… Qualche ruvido passaggio è sempre recuperato dall’attenzione allo sguardo panico di Gabrielle, investita, più che circondata, dal paesaggio, campagne, marine, monti innevati. Per Marion Cotillard una prova profonda di grande sensibilità che evoca eroine disturbate da radici di libertà negate (la Lange di “Frances”, la Adjani di “Adele H.”). Dalla regista attrice di “Quello che gli uomini non dicono”.

Titolo originale: Mal de pierres
Nazione: Francia
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 116′
Regia: Nicole Garcia
Cast: Marion Cotillard, Louis Garrel, Alex Brendemühl, Brigitte Rouan, Gwendoline Fiquet, Victoire Du Bois, Victor Quilichini

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