Lui è peggio di me


Enrico Oldoini sul set del film I mostri oggi (2009)

A cura di Gordiano Lupi

Enrico Oldoini e l’intrattenimento senza pretese
Enrico Oldoini (1946) nasce a La Spezia, si trasferisce a Roma dove studia recitazione e comincia a fare pratica come aiuto sceneggiatore insieme a Edoardo Anton. Firma i primi copioni in proprio e dalla metà degli anni Settanta realizza anche alcuni prodotti televisivi (Il cucciolone, originale TV del 1970, diretto da Mauro Severino). È aiuto regista in teatro con Mario Missiroli, il suo primo lavoro autonomo (non firmato) per il cinema è la sceneggiatura di Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno di Bitto Albertruini. Tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta avvia un sodalizio con Franco Ferrini – spezzino pure lui e sceneggiatore preferito di Dario Argento – scrivendo diversi film interpretati da Carlo Verdone, Francesco Nuti, Adriano Celenatono e molti altri divi del momento. Oldoini e Ferrini debuttano insieme nel televisivo Turno di notte di Poeti, ma scrivono un numero incalcolabile di pellicole di buon successo: Questo sì che è amore, Così come sei, Qua la mano, Il corpo della ragassa, Una spina nel cuore, Borotalco, Acqua e sapone, Sing Sing, Son contento, Io Chiara e lo Scuro, Testa e croce, Manolesta, Bingo Bongo, Al bar dello sport, La casa stregata, Nessuno è perfetto

La caratteristica di Enrico Oldoini regista è spesso messa in evidenza con connotazioni negative per l’assenza di impegno, per la totale sottomissione alle mode e agli artisti che vanno per la maggiore. Oldoini gira intrattenimento senza pretese, guida i divi della comicità sul grande schermo, che – con il passare degli anni – peggiorano sempre più e provengono quasi sempre dalla televisione. Il suo debutto cinematografico è con la commedia brillante Cuori nella tormenta (1984), interpretato da Lello Arena e Carlo Verdone.  Lui è peggio di me (1985), con Renato Pozzetto e Adriano Celentano, di cui ci occupiamo diffusamente, è il suo secondo lavoro. Altri film: Yuppies 2 (1986), Bellifreschi (1987), Una botta di vita (1987), malinconico ritratto di due anziani – Alberto Sordi e Bernard Blier – che esorcizzano la morte comportandosi da ragazzini, Bye bye baby (1988), due Vacanze di Natale (1990 e 1991) che riscuotono grande successo di pubblico e solenni bastonate dalla critica, Anni 90 (1992), Miracolo italiano (1994), Un bugiardo in Paradiso (1998), 13dici a tavola (2004), La fidanzata di papà (2008) e I mostri oggi (2009). Inguardabili gli ultimi due, veri sottoprodotti di derivazione televisiva. Molto attivo per la televisione, soprattutto nel corso degli ultimi anni, dove dirige miniserie e fiction di ampio respiro. Citiamo Dio vede e provvede (1996 e 1997), Nuda proprietà vendesi  (1997) – interpretato da un ottimo Lino Banfi nel suo primo convincente ruolo drammatico -, Don Matteo (2000 e 2002), La crociera (2001), Incompreso (2002), Capri (2006) e Il giudice Mastrangelo (2005 e 2007).
Lui è peggio di me (1985) rappresenta un tentativo (riuscito, a livello di incassi) di lanciare al cinema una coppia di comici capace di riempire le sale e di convogliare schiere di fan di opposto tenore. Renato Pozzetto e Adriano Celentano sono gli eccellenti interpreti di una farsa sceneggiata seguendo i più trivi luoghi comuni delle commedie di bassa lega. Un film come questo, senza i due attori principali, non avrebbe ragione di esistere e soprattutto scatenerebbe le ire del pubblico che abbandonerebbe la sala al termine del primo tempo. La trama è ridotta all’osso. Pozzetto e Celentano sono due amici scapoli innamorati delle donne e della vita che mandano avanti un garage – noleggio di auto d’epoca. Un bel giorno Celentano si innamora di Kelley Van Der Velden – meteora del cinema italiano, bella ma inespressiva, che ricordiamo interprete solo di questo film – e decide di sposarla.

Pozzetto fa di tutto per impedire il matrimonio, usando metodi leciti e illeciti, ma Celentano non ne vuol sapere e si sposa, ponendo fine a un sodalizio di scapoloni impenitenti. L’ultima parte del film è la meno riuscita, perché tenta di passare con un colpo di scena finale da un improponibile registro drammatico alla farsa pura. Pozzetto finge un grave incidente in fabbrica per impressionare l’amico e farsi credere moribondo, ma dopo alcune penose battute che fanno pensare al dramma, ricompare e sdrammatizza una situazione imbarazzante. Altri interpreti: Massimo Pongolini, Enzo De Toma, Rossella Gardini, Sergio Renda e Susanna Messaggio. Il soggetto e la sceneggiatura sono di Enrico Oldoini e (addirittura!) di Bernardino Zapponi, le musiche di Manuel De Sica, il montaggio di Antonio Siciliano.
Produce Cecchi Gori, in cerca di facile successo con i due attori del momento impegnati a recitare un copione tirato via. A tratti sembra di rivedere sequenze de Il bisbetico domato (1980) di Castellano e Pipolo, ma molto più banalizzate, come il resto della commedia che spesso vira in farsa. La pellicola si continua ad apprezzare soltanto per la simpatia di Celentano e Pozzetto, che mettono in scena due esilaranti personaggi facendo ricorso a gag tipiche della loro comicità.

Gordiano Lupi
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