Sonata a Kreutzer di Lev Tolstoj è un’opera breve ma incredibilmente densa, capace di scuotere il lettore fino alle viscere, non è semplicemente una storia di gelosia o un dramma matrimoniale; è un vero e proprio viaggio nel profondo delle debolezze, delle paure e delle passioni più distruttive dell’animo umano. La storia si svolge in gran parte come un monologo, un atto di confessione di un uomo devastato dall’ossessione e dalla rabbia, Pozdnyšev, che racconta la tragica fine del suo matrimonio e la sua discesa nella follia della gelosia.
Tolstoj dipinge Pozdnyšev come un uomo prigioniero delle proprie paure, costantemente divorato dal sospetto e dall’insicurezza. La gelosia si insinua nella mente come un veleno lento ma potente, contaminando ogni pensiero e trasformando ogni interazione con la moglie in una battaglia silenziosa. Pozdnyšev non riesce a vedere la sua compagna come una persona autonoma, ma solo come un’estensione di sé stesso, come un possesso che teme di perdere.
Quando la moglie inizia a suonare la Sonata a Kreutzer con un violinista, il suo sospetto si trasforma in ossessione, Tolstoj, con la una prosa incisiva e affilata, riesce a farci sentire ogni battito accelerato del cuore di Pozdnyšev, ogni sua emozione crescente di rabbia e paura, fino a quel terribile momento culminante in cui compie l’atto irreparabile: l’omicidio della moglie. L’angoscia e il tormento che emergono da queste pagine sono palpabili, e il lettore viene risucchiato nella spirale autodistruttiva di questo uomo che non sa più distinguere la realtà dai suoi incubi.
Pozdnyšev non ama davvero sua moglie, ma ne è ossessionato, e Tolstoj usa questa dinamica per sferrare una critica feroce al matrimonio borghese della sua epoca. In questo quadro, l’amore si trasforma in possesso, e il desiderio sessuale diventa una forza corruttrice che distrugge la purezza dell’unione tra uomo e donna. Il protagonista è convinto che la passione fisica sia un male intrinseco che rovina le relazioni, e questo pensiero finisce per avvelenare il suo matrimonio.
Tolstoj mette in discussione il concetto stesso di matrimonio, esplorando i conflitti tra amore, sessualità e convenzioni sociali. Attraverso Pozdnyšev, l’autore sembra esprimere una visione profondamente pessimistica delle relazioni umane, in cui il desiderio e la gelosia sono inevitabili e possono soltanto portare alla rovina.
La musica, che nella storia diventa il punto di rottura per Pozdnyšev, rappresenta tutto ciò che egli teme e non può controllare. Il potere emotivo della musica, che riesce a toccare profondamente l’animo umano, risveglia in lui sensazioni di tradimento e di inganno. Non è solo la relazione tra la moglie e il violinista a scatenare la gelosia di Pozdnyšev, ma l’intimità emotiva che la musica crea tra di loro, un’intimità dalla quale lui è escluso.
Le riflessioni di Pozdnyšev sulla natura della sessualità sono oscure e inquietanti, per lui il desiderio sessuale non è fonte di piacere o di connessione, ma una forza distruttiva che avvelena l’amore e rovina le relazioni. Questo punto di vista può sembrare estremo, ma è coerente con l’approccio radicale di Tolstoj, che in quegli anni aveva adottato una visione ascetica della vita, allontanandosi sempre più dai piaceri materiali e carnali.
Pozdnyšev non trova la pace neppure dopo aver commesso il suo crimine; rimane un uomo spezzato, tormentato dai propri demoni interiori. E noi, come lettori, siamo lasciati a riflettere su quanto possa essere fragile l’equilibrio tra amore e odio, tra passione e distruzione.
Sonata a Kreutzer è un racconto che lascia il segno.
Titolo: Sonata a Kreutzer
Autore: Lev Tolstoj
Prezzo copertina: € 9,00
Editore: Feltrinelli
Collana: Universale economica. I classici
Edizione: 10
A cura di: G. Pacini
Data di Pubblicazione: 4 giugno 2014
EAN: 9788807901423
ISBN: 8807901420
Pagine: 160
Katia Ciarrocchi
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