Recensione film “L’albero del vicino” per la regia di Hafsteinn Gunnar Sigurðsson
LA QUIETA FEROCIA DELL’ISLANDA
Scambio globale di merci, idee e culture hanno spinto anche nelle sale italiane il cinema d’autore islandese: Dagur Kari (“NòiAlbinoi”),Baltasar KormakurC’101 Reykjavik”, “Everest”), Benedikt Erlingsson (“Storia di cavalli e uomini”), Grimur Hàkonarson (“Storia di due fratelli e otto pecore”), e di più. Invece di immergerci in disperate glacialità di spazi e uomini, bestie e sogni, stavolta si fa esperienza della piccola borghesia cittadina a scarti di episodi paralleli (una separazione, un litigio tra vicini), interni ed esterni che parlano di caratteri ed emozioni (paranoie, suicidi e cori in chiesa), primi piani su sgomento, indifferenza o dolore. L’estate in Islanda è mite, si riesce a prendere il sole, i mariti tradiscono le mogli e la ferocia non risparmia la pacifica civiltà insulare.
Silvio Danese
Titolo originale: Undir Trénu
Nazione: Islanda, Francia
Anno: 2017
Genere: Drammatico
Durata: 89′
Regia: Hafsteinn Gunnar Sigurðsson
Cast: Steinþór Hróar Steinþórsson, Edda Björgvinsdóttir, Sigurður Sigurjónsson, Þorsteinn Bachmann, Selma Björnsdóttir, Lára Jóhanna Jónsdóttir, Dóra Jóhannsdóttir, Sigrídur Sigurpálsdóttir Scheving