Recensione film “La strada dei Samouni”, per la regia di Stefano Savona
UN LUNGHISSIMO URLO SILENZIOSO
Indimenticabile Amal, la ragazzina che sopravvive con quel che resta della famiglia nei dintorni di Gaza, giocando in povertà e ricordando l’ombrello verde del sicomoro abbattuto, mentre i disegni animati tremuli di Simone Massi ricostruiscono paura, fuga e morte nell’operazione “piombo fuso” delle truppe israeliane (2009). Tornato, rischiando, nei territori della strage per raccontare le sorti dei Samouni, Savona, uno dei migliori documentaristi d’Europa, riesce a proiettare nel dolore e nell’ingiustizia subiti dalla famiglia l’insensata violenza di una comunità intera. Personale, efficace, riuscita, l’idea delle animazioni di Massi, in fondo coautore del film. Il sonoro in presa diretta vale un mondo vivo. Miglior documentario a Cannes, distribuito dalla Cineteca di Bologna.
Silvio Danese
Titolo originale: La strada dei Samouni
Nazione: Italia, Francia
Anno: 2018
Genere: Documentario
Durata: 128′
Regia: Stefano Savona