“La più lunga ora” di e con Vinicio Marchioni
In scena il racconto della vita di Dino Campana, uno dei più grandi e controversi poeti italiani del’900
Continua “La PrimaVera Stagione” a cura di Fabrizio Gifuni e Natalia Di Iorio
Giovedì 5 aprile 2018 ore 20.30, Teatro Garibaldi – Lucera
Vinicio Marchioni porta in scena la vita di Dino Campana con “La più lunga ora” in programma giovedì 5 aprile al Teatro Garibaldi di Lucera. Il sesto appuntamento de “La PrimaVera Stagione” – a cura di Fabrizio Gifuni e Natalia Di Iorio – organizzata dal Comune di Lucera in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e con le associazioni culturali Cadmo e Mediterraneo è Cultura, è con lo spettacolo firmato da Vinicio Marchioni e prodotto da Khora Teatro.
Un lavoro scritto e diretto da Marchioni – attore amato e conosciuto dal grande pubblico televisivo e cinematografico – è lui il Freddo nella serie Romanzo criminale – che offre in scena in questo spettacolo una prova d’attore di rara forza e sensibilità. Con lui sul palco Milena Mancini e Ruben Rigillo, compositore ed esecutore delle musiche che accompagneranno e faranno da colonna sonora allo spettacolo.
“La più lunga ora” è il racconto della vita di Dino Campana, autore dei “Canti Orfici”, narrata in prima persona dal poeta stesso, nell’Ospedale psichiatrico Villa di Castelpulci nei pressi di Scandicci, dove ha trascorso gli ultimi 14 anni della sua vita.
“Mi sono chiesto quante volte può morire un uomo, un poeta per di più, durante tanti anni di manicomio. Quante e quali cose gli sono potute mancare. E quanto è costato a quell’uomo aver inseguito per tutta la sua vita, meno gli ultimi quattordici anni, la poesia”, racconta Marchioni, che continua: “Naturalmente non ho risposte, ‘La più lunga ora’ è il frutto di queste domande. La più lunga ora di un uomo, di un poeta che attraverso lampi di memoria, deliri ed eccessi della sua mente tenta di riattaccarsi alla vita che sta perdendo, o che ha già perso chissà quanto tempo prima di morire”.
L’attore romano, nelle note di regia de “La più lunga ora”, dichiara di essersi soffermato su come la mente di un uomo dichiarato pazzo può ripercorrere la propria vita nella sua camera, rituffandosi nella sua memoria per recuperarla mentre la sta perdendo o, di fatto, l’ha già persa: ridirsi la vita per passare le ore, i giorni, gli anni, inventarsene un’altra o altre mille pur di sopravvivere a quella che gli altri chiamano pazzia.
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Danila Paradiso
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