La Birra degli Gnomi


gnomiFavole raccolte, curate e riadattate da Simone

(antica favola irlandese)

Un giorno, mentre camminava lungo la siepe, Tommasino sentì dei colpi nel campo vicino. Dette un’occhiata oltre la siepe e con sua grande sorpresa vide un omino piccino, ma proprio piccino, seduto su un panchetto di legno. Che inchiodava con un martello la suola ad un paio di stivaletti, facendo: “Tap! Tap! Rap ! Rap!”.
Di tanto in tanto smetteva di lavorare per bere una sorsata da una brocca con un bicchierino di legno, e poi ricominciava a battere: “Tap! Tap! Rap ! Rap!”” con il suo martelletto.
Tomasino allora pensò:
– Che il cielo mi benedica ! Ho sentito parlare degli gnomi, ma non mi sarei mai immaginato di vederne uno coi miei occhi! Se agisco con astuzia, oggi farò la mia fortuna, ma devo stare attento a non togliergli mai gli occhi di dosso, altrimenti scomparirà.
Gli si avvicinò pian piano e disse:
– Che i Santi ti proteggano, compare, e bene dicano il tuo lavoro !
– Grazie per le benedizioni! – disse lo gnomo alzando gli occhi.
Tommasino, avvicinandosi ancora un pò soggiunse:
– Mi dici cos’hai nella tua brocca?
– Ben Volentieri – rispose lo gnomo – Non c’è altro che birra.
– Birra? E chi te l’ha mai data ?
– L’ho fatta io stesso, con l’erica – rispose lo gnomo.
Tommasino si mise a ridere:
– Con l’erica? Non crederai mica che io sia talmente sciocco da bere quel che mi dici ?
Lo gnomo ribatté:
– Che tu voglia crederci o meno, questa rimane birra d’erica. I Pitti solevano fare la birra così, ma quando si estinsero portarono con sé il segreto. Ora lo conosciamo solo noi.
– Allora sarai vecchio come le montagne? È vero?
-Giovanotto, se non hai niente di meglio da fare che molestare i galantuomini con le tue domande stupide, non ti guadagnerai da bere niente che non sia acqua per molti giorni di seguito. Proprio ora le tue mucche sono entrate nel campo di granturco, hanno gettato a terra i tuoi covoni e li stanno mangiando tranquillamente.
A questo punto Tommasino stava per saltar su a guardare oltre la siepe, ma appena in tempo si ricordò che se gli avesse tolto gli occhi di dosso, lo gnomo sarebbe sparito in un baleno.
Allora spiccò un salto ed afferrò l’ometto per il collo. Lo scosse forte e gli disse:
– Fammi vedere dove nascondi il tuo tesoro o sarà peggio per te !
Aveva un aspetto così inferocito che lo gnomo ebbe paura e disse:
– Non c’è bisogno di alzare le mani. Vieni con me e ti mostrerò dove ho nascosto un paiolo tutto pieno d’oro. E’ solo due campi più in qua.
Tutto contento, Tommasino s’incamminò tenendo stretto lo gnomo, che lo guidò oltre il fango ed i cespugli, oltre una valle ed un’altra siepe. Finché non giunsero ad un grandissimo prato, tutto pieno di piante alte e lussureggianti.
Lo gnomo indicò una di queste piante dicendo:
– Non devi far altro che scavare qui sotto e troverai un paiolo tutto pieno di monete d’oro lucente.
Tommasino non aveva pensato a portarsi dietro una vanga e sapeva che, se fosse andato a casa a prenderne una, si sarebbe dimenticato quale era la pianta dove doveva scavare. Alla fine ebbe un idea: si tolse una delle giarrettiere rosse che portava e la legò intorno alla pianta che lo gnomo gli aveva indicato dicendogli:
– Giurami che non toccherai quella giarrettiera, che non la sposterai e che non la porterai via !
Con aria solenne lo gnomo replicò:
– Lo giuro, per tutti i Santi !!! Ed ora giovanotto, hai ancora bisogno di me ?
– No. – disse Tommasino – Va’ pure, e che la fortuna ti sia propizia.
Lo gnomo sparì e Tommassino corse il più presto possibile verso la casetta dove viveva. Ritornò a tutta velocità con la vanga sulla spalla, ansioso di cominciare a scavare.
Ma sapete cosa vide quando giunse al prato ? Ogni pianta aveva strettamente legata intorno al fusto una giarrettiera rossa, esattamente uguale alla sua. E il campo era pieno di piante e si estendeva per più di venti ettari di grandezza, tanto ch’egli non avrebbe potuto scavare dappertutto, anche se ci avesse impiegato tutta la vita.
Sconsolato se ne tornò triste a casa, maledicendo lo gnomo e giurando che, se l’avesse riacchiappato, non se lo sarebbe certamente lasciato scappare prima di avere fra le mani il paiolo di monete d’oro. E che gli avrebbe fatto bere molto più birra, tanta di quell’ottima birra d’erica che solo gli gnomi, grazie al segreto dei Pitti, sapevano preparare.

Simone
http://lefavoleprivate.iobloggo.com

 

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