Inverno


Inverno

di Enzo Maria Lombardo

Alberi spogli, tra i filari; nidi scoperti tra stecchi e foglie accartocciate, in attesa.
I nostri passi leggeri sull’erba umida e sulle foglie marce sono senza storia, senz’ombra, quasi senza rumore.
(Sulla strada in leggera salita un ciclista solitario fa udire il fruscio della catena: ma è già piccolo, una figurina, un punto lontano sopra il dosso; fra poco scomparirà nella discesa, inghiottito dalla nebbia, dalla luce ferma e dal silenzio).

E’ bello averti vicino, qui, ora. E insieme strisciare le palme nei tronchi, sentirne la ruvida pelle e il tepore del sonno. E insieme socchiudere gli occhi per carpirne l’odore. E ridere insieme della nostra pazzia, immersi nel grigio e nel grigio volare tra le felci avvizzite e gli sterpi crocchianti.
Alberi fra gli alberi, braccia tese come rami e girare, girare, girare e incontrarci e stringerci ancora ed ancora. E non avere paura dell’inverno.

Vedi quella nuvola bassa? E’ di un grigio più grigio.
Fra poco non ci vedremo neppure, amore mio. La nebbia ci toglierà i contorni, i colori: dovrò avvicinare il mio viso al tuo per leggerti dentro.
Si toccheranno i nasi gelati.
Ci perderemo felici nella nebbia attaccati alle labbra.

Enzo Maria Lombardo

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