“Ann sentì il cuore esplodere ma annuì appena, imponendosi la sobrietà che conferiva tanta solennità ai gesti cheyenne.”
L’emozione di essere accettata in una cultura altra, di antica fattura e mistero. Ann, sentiva il cuore battere, ogni gesto, ogni parola dei Cheyenne le apriva un mondo interiore di grandezza immane. Sentiva la solennità dei loro gesti ed intanto pensava al significato del suo nuovo nome “Emonah”, “Luna Nuova”.
“All’ombra della Luna Nuova”, edito nel 2014 dalla casa editrice Edizioni Rei, è la storia di una giovane donna con il grande sogno dell’insegnamento, un desiderio che la porterà a conoscere la realtà del Popolo Cheyenne nella Riserva Indiana omonima.
L’autrice, Sara Albanese, nasce nel 1982 a Treviso, si laurea a Venezia presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e, sin da subito, mostra l’attitudine verso la scrittura, una passione che pian piano diventa necessità di esprimersi per comunicare ai lettori la grande gioia della vita e della conoscenza.
Letteratura e natura, un connubio carissimo all’autrice che ha mostrato più volte nelle sue pubblicazioni e per la sua attività di amministrazione e redazione all’interno del Portale Horseason.com.
Noi di Oubliette Magazine abbiamo incontrato Sara Albanese per una piccola intervista sulla sua produzione ma non solo… curiosi? Buona lettura!
A.M.: Ciao Sara, grazie innanzitutto per questa intervista. Ho curiosato nel tuo curriculum e mi ha sorpreso constatare una poliedricità che va dalla poesia al romanzo, dal racconto interiore all’amore verso gli animali, dall’essere redattrice di Horseason al tuo lavoro di docente. Quando nascono tutte queste passioni ed attitudini?
Sara Albanese: Grazie a te Alessia per questa opportunità preziosa di poter parlare un pochino di me e di uno dei miei vizi più grandi: quello della scrittura! Sì, scrivere è una strana via di mezzo tra un viaggio, una seduta di psicanalisi ed una cavalcata che ti emoziona e ti proietta in una realtà nuova passando attraverso te stesso. Naturalmente questo è un paragone che mi viene naturale poiché questo amore, che mi ha poi condotto ad occuparmi del Portale Equestre Horseason.com, costituisce la mia passione più viscerale ed antica. I cavalli, intesi come soggetti con cui instaurare un rapporto dialettico ed empatico, sono da sempre infatti una parte importante della mia vita e dei miei scritti ed assumono spesso una valenza simbolica che rimanda alla crescita personale, all’esplorazione di sé, al superamento delle proprie insicurezze e vulnerabilità. La ricerca del significato, della pulizia espressiva, della simbologia e del potere suggestivo, per non dire quasi taumaturgico, della parola, mi hanno condotto molto presto sulla strada della Poesia che posso definire veramente il mio primo amore come lettrice e come scrittrice, e che tutt’ora vivo come una parte di me, in senso quasi fisico. Mi piace pensare di poter affrancare il concetto di Poesia dalla patina gelatinosa da “Baci Perugina” a cui è stata spesso relegata dal pregiudizio. Ritengo infatti che essa sia, al contrario, uno strumento potentissimo in grado di comunicare qualsiasi cosa con la delicatezza di un respiro e l’efficacia di una lama. La Poesia può esprimere sentimenti piacevoli ma anche provocazioni, denunce sociali, elementi di rottura… può parlare di filosofia come di dettagli che però finiscono per significare molto più di se stessi. Credo sia un’immensa maestra di leggerezza, pulizia e significato… tutte lezioni che io stessa, come insegnante, cerco quotidianamente di trasmettere ai miei studenti. Tutto quello che amo ed in cui credo, o in cui non credo peraltro, si rispecchia in quello che scrivo come in un ritratto che muta, simile a quello di Dorian Gray, catturando l’anima e mostrandone il percorso. Spero, tuttavia, che a differenza di quanto descritto da Oscar Wilde, non siano solo scorie e cicatrici a crescere col tempo, ma anche la comprensione della verità umana e la grazia del significato.
A.M.: “Cavalli, Farfalle, Prismi e Vita” e “Sofia e il Lupo” sono le tue prime pubblicazioni. Hai avuto dei riscontri positivi dal popolo dei lettori?
Sara Albanese: Le due pubblicazioni sono sostanzialmente diverse sia nella forma che nei contenuti, poiché il primo è un racconto motivazionale di matrice autobiografica che tocca alcuni temi che la nostra società dell’immagine tende a relegare in un angolo buio, mentre il secondo è un romanzo introspettivo costruito sulla difficoltà nell’affrancamento personale. Entrambi però hanno suscitato nei miei lettori una comune reazione che mi ha fatto riflettere. Ho sentito spesso ripetere la frase “Pensavo di essere solo io…”, accompagnata da una vena di emozione e, talora, di sottile gratitudine, non per aver dato alcuna riposta ai problemi del lettore (vorrei essere in grado di farlo!) ma piuttosto per aver portato alla luce disagi provati da molti individui che, seduti in silenzio al di fuori del giudizio sociale, si credono spesso soli nelle proprie difficoltà. Scrivere, parlare, condividere non è forse la cura di alcun male, ma è certamente un primo passo per sfuggire a mali più gravi, quali la vergogna, l’isolamento, o la paura di chiedere aiuto.
A.M.: Nel 2014 con Edizioni Rei pubblichi il romanzo “All’ombra della Luna Nuova”, la storia di Ann, una giovane maestra di scuola di Denver. La domanda viene spontanea: questo personaggio, rappresenta un po’ il tuo sogno di insegnamento?
Sara Albanese: Ann è l’incarnazione di quello che rappresenta per me l’ideale d’insegnamento, esemplificato molto chiaramente dalle righe in cui si parla di “quella che, secondo la giovane insegnante, risultava essere la materia più importante: non la matematica, l’inglese o la storia… bensì quella che lei definiva ‘il pensiero’.” Appartengo infatti a quel manipolo di inossidabili che, nonostante lo squallore in cui naviga l’istruzione ai nostri tempi, credono ancora nel valore dell’insegnamento vero: non la somministrazione di nozioni che potrebbero essere acquisite da qualsiasi mezzo tecnico, bensì lo stimolo e la formazione di individui in crescita, che attraverso la conoscenza, il dubbio e talora perfino la critica, devono sviluppare una propria autonomia di pensiero ed un’identità sufficientemente solida da non essere inghiottita dalla nostra società massificata.
A.M.: Nelle prime pagine di “All’ombra della Luna Nuova” è presente una preghiera di Benedizione Cherokee: “Possano i venti tiepidi del cielo/ soffiare dolcemente sulla vostra casa,/ […]”. Quale sentimento ti lega a questa antica preghiera popolo nativo americano del Nord America?
Sara Albanese: Questa preghiera, che ho voluto dedicare ai miei lettori e forse un pochino anche a me stessa, racchiude il profumo di una cultura, quella Nativo Americana, che ho esplorato fin da ragazzina, quando ho cercato risposte diverse rispetto a quelle che potevano esserci fornite unicamente dalla nostra tradizione. Ho scoperto così una Medicina (ricordando che per le Popolazioni Nativo Americane questo termine non rimanda ad un medicamento, bensì al naturale equilibrio tra vita, religione, filosofia, individuo, comunità, introspezione, spirito, corpo e Natura), un balsamo prezioso in grado forse di lenire, almeno in parte, le asperità del nostro tempo che è fatto spesso di prevaricazione, senso di colpa o di sopraffazione e di progresso nell’accezione peggiore del termine. Da molto tempo mi ero ripromessa di poter scrivere di questa civiltà e della sua saggezza, pur consapevole del fatto che un romanzo, a differenza di un saggio, non può essere esaustivo nell’analisi dettagliata della filosofia nativa, ma certamente sarà possibile aiutare a riscattare questa popolazione dal ruolo stereotipato, commercializzato e talvolta perfino ridicolizzato che ci è stato proposto da decenni di cinema, fumetti, leggende e di un merchandising discutibile. Mi piace pensare che chi leggerà il mio romanzo farà suo il più grande insegnamento che la cultura nativa potrebbe impartire al nostro mondo: quello del rispetto.
A.M.: Nel romanzo sei stata molto abile a mettere in contrapposizione il bisogno di portar conoscenza di Ann e la tradizione morale ed etica della cittadina di campagna Sheridan. Senza svelare troppo della fine del romanzo, puoi illustrarci come hai vissuto questa dualità?
Sara Albanese: Ann, così come la sua amica Asha, una ragazza Cheyenne che, dopo aver sposato un uomo bianco, ha scelto di vivere a Sheridan, cammina lungo un percorso accidentato attraverso l’ignoranza ed il pregiudizio. Le due ragazze, che risultano spesso essere l’una l’alter-ego dell’altra e si guidano a vicenda nella sfida alla grettezza umana ed alla chiusura mentale, trovano chiavi diverse per proseguire lungo la loro strada. Da un lato Asha rappresenta il tentativo di un compromesso tra il mondo di Sheridan e quello della Riserva Cheyenne accettando i parametri di entrambi, dall’altro Ann tenta di spostare i paletti imposti dalla tradizione e dalla paura del cambiamento. Il suo è un sogno di affrancamento e di libertà dalla prigione mentale che relega la comunità nell’ignoranza e quindi nella vulnerabilità a qualsiasi manipolazione. Le sue armi sono la conoscenza, il coraggio e la fiducia nelle nuove generazioni che sono in grado di offrire occhi ancora limpidi per guardare verità nuove.
A.M.: Quanto pensi sia cambiata la tua vita con il mondo del web e del social network?
Sara Albanese: Il mondo di internet non ha semplicemente cambiato la mia vita, ma l’ha moltiplicata. Si tratta di una risorsa incredibile che ci mette in relazione con il mondo intero: culture e lingue straniere escono dalle Accademie e si aprono a te come un vero e proprio oceano in cui non amo navigare o surfare, per utilizzare una semantica cara al web, ma in cui preferisco tuffarmi ed immergermi per conoscere individui e prospettive. Come insegnante di lingua ritengo che il web sia un’opportunità fantastica di apprendimento, ed anche come scrittrice non posso che essere grata alla rete per avermi consentito di accedere a concorsi che altrimenti forse non avrei conosciuto e che mi hanno regalato grandi soddisfazioni nell’ambito della scrittura e della poesia: parlo nella fattispecie Albero Andronico 2013, Premio Letterario Città di Monza 2013, Premio Letterario Giovane Holden 2014, Un Monte di Poesia 2014 ed il concorso della Casa Editrice Pagine che poi mi ha consentito di entrare nelle pubblicazioni curate dal Maestro Elio Pecora. Conoscere e farsi conoscere è certamente il privilegio che il web ci offre, ma naturalmente, specialmente in riferimento ai più noti social networks, il rischio è che questo privilegio venga mutato in un’ennesima manifestazione di protagonismo. Quando l’obiettivo di internet viene puntato su se stessi anziché sul mondo, si innesta una delle più pericolose malattie autoimmuni della nostra era: quella dell’autocelebrazione. Tuttavia io resto una comunicatrice e non sopporto le prese di posizione snobiste che condannano i social a oltranza, poiché li considero una grandissima occasione per esprimere e per entrare in contatto. È naturale che le relazioni virtuali non debbano in nessun modo sostituirsi a quelle reali, ma è altrettanto vero che talvolta si tratta di comunicazioni non mediate che risultano anche più autentiche rispetto al chiacchiericcio che sentiamo nella nostra quotidianità percorsa da maschere tanto quanto il mondo facebookiano. Il guaio di troppa comunicazione sta nella banalizzazione della parola: il web tende a privilegiare la rapidità e la quantità a dispetto spesso del significato e della qualità. Compito della lettura e della scrittura, oggi più che mai, è proprio quello di restituire dignità alla parola e ritmo al pensiero.
A.M.: Qual è l’ultimo libro che hai letto? Ed il film visto?
Sara Albanese: In queste notti estive un po’ insonni ho trovato compagnia nel sempre festoso amico Friedrich Nietzsche (un filo di sottile ironia che mi permetto solo perché immersa nell’immensa stima che nutro per lui!) di cui ho ripreso in mano l’opera Così parlò Zarathustra per goderla in tedesco, poiché, a suo tempo, l’avevo studiata prevalentemente in italiano. La magia della lingua originale è sempre una musica suggestiva. Ho terminato da poco, inoltre, un ottimo saggio di Antoine Fratini intitolato Psiche e Natura, dedicato ad un approccio psiconanimistico che mette in relazione la natura con l’inconscio umano, suggerendo una spiegazione medica per comprendere energia, equilibrio e parentela che possano fondere le due realtà. Riguardo al cinema… confesso che mi cogli più impreparata. Sono una grande fruitrice di telefilm d’autore, dagli anni ‘70 a oggi. Li trovo uno specchio talora splendidamente ingenuo ma spesso candidamente catartico in cui contemplare i basilari valori umani ed emozionali a cui il cinema di oggi ci ha spesso abituato a rinunciare. Tuttavia ho da poco rivisto il film Prima dell’Alba di Richard Linklater che apprezzo sempre molto perché, oltre a ricordarmi la prima romantica volta in cui lo guardai con il mio fidanzato (ora mio marito!), propone uno schema nuovo, basato sul dialogo e sull’esplorazione di sé e dell’altro. La trama sono le persone, come piace a me.
A.M.: Hai qualche novità di cui ci vuoi parlare? Ci puoi anticipare qualcosa?
Sara Albanese: Hai fatto una domanda di cui potresti pentirti… non sono sicura di riuscire a contenermi nella risposta!! Molto bolle in pentola al momento e non mi manca l’entusiasmo verso nessuno dei miei progetti e dei miei appuntamenti, a partire dalle prossime date di presentazione di questo romanzo nell’ambito di un evento country che si terrà a Cittadella (PD) in occasione della Fiera Franca del prossimo 18 ottobre, e poi, nel mese di novembre, a Talmassons (UD) nella suggestiva cornice del Mondelli Stable. Più avanti fisseremo una data a Milano ma devo ancora definirla con precisione perché per adesso sono un po’ impegnata con le premiazioni dei concorsi di poesia in Toscana. Sulla pagina facebook del romanzo aggiornerò comunque date ed eventi per aggiornare e coinvolgere chiunque sia interessato.
In questo periodo tuttavia sto anche lavorando su qualcosa di molto diverso. Credo infatti che variare, diversificare, alternare sia fondamentale non solo per lettori, ma soprattutto per gli autori: serve a tenere vivo il pathos, la scintilla, la curiosità e anche il desiderio di ricerca ed esplorazione. Sto terminando una mia silloge poetica che intendo pubblicare a breve e che comprenderà diversi componimenti inediti, oltre ad un breve saggio introduttivo che ho scritto personalmente e che non vedo l’ora di consegnare ai lettori. Spero infatti che possa rappresentare un approccio abbastanza originale alla Poesia, un punto di vista che potrebbe essere interessante per liberarla dal ruolo di prodotto editoriale un po’ vintage che il mercato le ha attribuito negli ultimi anni. Si tratta di un grave abbaglio poiché, come anticipavo prima, la poesia è uno dei mezzi espressivi più dinamici, duttili e poliedrici. Spero di essere in grado quindi di offrire una visione nuova, fuori dalle accademie ma con grande rispetto e amore per il dato letterario che studio e amo da sempre.
Vorrei parlare non soltanto agli addetti ai lavori, ma anche e soprattutto ai non appassionati del genere, sperando di offrire loro uno stimolo nuovo. Ma tornando a noi… colgo l’occasione con questa tua intervista, di cui ancora ti ringrazio davvero, per rispondere ufficialmente ai numerosi lettori che mi hanno chiesto il seguito di All’Ombra della Luna Nuova. Sto già raccogliendo materiale ed idee per far sì che Sheridan continui a vivere: io stessa mi sono affezionata ai miei personaggi come fossero amici in carne ed ossa, e ora inizio a sentire davvero la loro mancanza. Credo che una visita narrativa in Wyoming non tarderà ad arrivare!
A.M.: Salutaci con una citazione…
Sara Albanese: Mi vengono in mente molte citazioni in questo momento, ma preferisco non lasciarvi con una perla filosofica, bensì con un augurio semplice, un antico saluto che rubo alla cultura Nativo Americana e che mi piace consegnare a chi mi ascolta o mi legge: “Siate felici, così vivrete a lungo.”
A.M.: Sara, ti ringrazio per questa splendida intervista. Le tue sono parole vere piene di passione e vita, aspetto con curiosità tutte le novità di cui hai parlato. Alla prossima!
Written by Alessia Mocci
Addetta Stampa (alessia.mocci@hotmail.it)