Il tesoro di Sant’Ippazio
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veloci, e ci dispiace molto a quest’ora della mattina piombare in casa delle persone. Tant’è». Lei non lo guardava. Aveva gli occhi bassi, già truccati con rimmel e matita, tristi e malinconici. Le mani sotto il tavolo, le spalle basse. Ogni tan¬to deglutiva, e Gerardi si giurava che quel caffè alla signora stava scendendo e risalendo di un amaro bestiale, e che quelle mani sotto al tavolo si stavano stringendo per trattenere il pianto. Nel frattempo Verzin era perfettamente in riga con il ruolo che gli spettava. In silenzio, non interveniva e non dava sfogo alle sue doti di giullare, ma nello stesso tempo riusciva tanto ad esser ligio alla sua divisa quanto confortevole e tranquillizzante nei confronti della Maria. Gerardi in quei momenti ebbe la sensazione che i due si conoscessero da tempo o che almeno ci potesse esser qualcosa di molto sottile che poteva sintonizzarli. Gerardi continuò: «Stiamo cercando di capire cosa è successo a don Gino; sappiamo tutti che la chiesa di Sant’Ippazio quella sera doveva esser chiusa, e allora dobbiamo sapere perché il prete era lì. Lei, signora, ha notato qualcosa di strano nei giorni passati? La sua casa è praticamente attaccata alla chiesa. Può darsi che qualcosa, lei, abbia potuto vedere, ascoltare, o percepire». Maria, dopo un po’ di silenzio accompagnato da lenti movimenti delle spalle che traducevano quelli delle mani sotto al tavolo: «No maresciallo» rispose. «Non ho notato nulla. Passo la maggior parte del mio tempo in questa casa, ma non ri¬cordo di aver notato nulla di strano». 69 |
Titolo: Il tesoro di Sant’Ippazio
Autore: Alberto Colangiulo
Editore: Lupo
Data di Pubblicazione: Settembre 2013
Prezzo: € 14.00
ISBN: 8866671304
ISBN-13: 9788866671305
Pagine: 190
Reparto: Gialli