Bastava sospingere lievemente, la piccola preziosa porta in legno laccato, con inserti di madreperla, perché la magica e calda atmosfera nipponica ti investisse interamente con la sua sfolgorante luce.
Ti sentivi invaso da una fulminea attrazione verso di lui, così affascinante e insolito. Prezioso nel suo abito di seta e vagamente ambiguo, ma nello stesso tempo elegante ed aggraziato.
Tutto in lui riconduceva all’armonia.
Colori, forme,dimensioni, creavano un insieme conturbante e di notevole suggestione.
E, lui era lì, pronto ad accoglierti fra le sue braccia e donarti il suo refrigerio di seta.
Saranno stati i profumi speziati che stordivano, sarà stata la luce ambrata, che faceva intravedere le pareti di un caldo e tenue arancio, con dipinti monocromi rappresentanti fiori di pesco, uccelli esotici, e un ponticello fra gli iris che, faceva sognare.
Certo era che l’atmosfera di quella stanza, invitante e magica, aiutava a rilassarsi ed a lasciarsi andare.
E, poi lui, come un amico discreto, sapeva ascoltare in silenzio, qualsiasi tipo di confidenza, senza riportarne, neppure una singola virgola.
Certo era che quell’ambiente speciale, sembrava possedere un’anima.
Si diceva che possedesse veramente l’anima di una piccola gheisha.
Forse era per questo, che chiunque soggiornasse fra quelle quattro luminose pareti, sia pur per un piccolissimo spazio di tempo, ne uscisse sereno e appagato.
Un benessere improvviso si impadroniva di lui, simile a quello che prova la terra, quando, dopo il calore del sole viene ristorata dalla fresca rugiada.
Durante i frequenti ricevimenti di villa Dubois, lui, il salottino giapponese non rimaneva mai in solitudine e nemmeno restava in compagnia delle medesime persone.
Al suo interno avveniva, un continuo ricambio di anime e volti, tutti con l’intento di carpire, fra le fruscianti sete e, le magiche atmosfere, i suoi influssi positivi.
Un andirivieni di persone: chi usciva chi entrava.
Tutto questo, avveniva senza fretta, con lentezza e senza scambio di parole. In un silenzio quasi sacro.
Sembrava che fra i fruitori vi fosse un tacito accordo: ognuno riconosceva all’altro il diritto di poter beneficiare dell’effetto carismatico del luogo.
Serenella Menichetti
Un personaggio inconsueto questo Salottino Giapponese: la brava Serenella Menichetti lo ha fornito di un’anima, di una sensibilità, di un senso estetico e di una fisicità tutta orientale che affascina e spinge a dire: vorrei sostare anch’io, per un momento, fra le braccia del salottino giapponese.
Complimenti vivissimi. Una piccola grande perla.
Enzo Maria Lombardo